Dalla Bbc al falso Falcone, boom delle fake news dei Buoni

· 12 Novembre 2025


Cari ascoltatori, avete notato quanto sta imperversando il fenomeno delle fake news dei buoni? Quelle verità rivelate che non sono mai accadute, ma sono state inventate, manipolate, fraintese. Il caso di scuola in questi giorni è l’affaire Bbc: la società radiotelevisiva del Regno Unito, modello di riferimento mondiale del giornalismo anglosassone, ha effettuato un’operazione di montaggio delle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti – il capo del mondo libero e di un Paese che pure dovrebbe avere un rapporto speciale, storico, con il Regno Unito – taroccandole per far sembrare che Donald Trump avesse sostenuto e aizzato il famoso assalto a Capitol Hill.

Hanno taroccato anche male, montando una accanto all’altra frasi dette a mezz’ora di distanza e riferite a contesti del tutto diversi, come facevano (meglio) i collettivi degli anni Settanta, e tutto per far dire a Trump cose che non ha mai detto: un attacco alla verità, all’onestà intellettuale e al presidente degli Stati Uniti, cosa doppiamente grave per la fonte da cui proviene. Ma allora, a questo punto davvero vale tutto…

Se al di là della Manica piangono, qui non si ride, anche in Italia le fake news dei buoni hanno esondato: in questi giorni per contrastare la riforma della giustizia – necessaria anche se incompleta – gli aedi della conservazione del potere togato sono andati a ripescare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, maneggiando senza la minima delicatezza nomi che incarnano una stagione umanamente eroica di una parte della magistratura. Falcone era, con un ragionamento complesso, a favore della separazione delle carriere, e invece il capolavoro che ci hanno presentato lorsignori è una serie di frasi che i due magistrati non hanno mai detto.

Così, è stato inventato di sana pianta un intervento che Borsellino avrebbe fatto il 23 maggio 1991 a “Samarcanda” di Michele Santoro, contro la separazione delle carriere: “Il Fatto” di Marco Travaglio ci ha ricamato a lungo. Solo che poi “Il Dubbio” ha scoperto che non solo Borsellino non ha pronunciato le parole a lui attribuite, tipo “separare le carriere significa spezzare l’unità della magistratura”, ma quel giorno, il 23 maggio 1991, non era neanche intervenuto al programma di Santoro, che a sua volta non parlava di giustizia. A “Samarcanda” Borsellino c’era andato tre anni prima, nel 1988, e aveva parlato dell’importanza del pool antimafia, cioè di tutt’altro.

Eppure questa fake news è stata rilanciata da Lilly Gruber a “Otto e mezzo”, da Corrado Formigli a “Piazza Pulita”, che ci ha anche costruito intorno il suo editoriale-predicozzo; l’ha ripresa Giovanni Floris a “Di martedì”. In un lampo una notizia falsa è diventata un’arma, per i propagandisti contro la riforma.

Con Giovanni Falcone, uguale: secondo “Il Fatto”, in un’intervista a “Repubblica” del 25 gennaio 1992 Falcone avrebbe sollevato il timore che si volesse subordinare la magistratura inquirente all’esecutivo – cosa che peraltro non avverrà neanche con questa riforma. Ma quell’intervista non esiste. Ciò nonostante, è stata rilanciata a “Di martedì” da Nicola Gratteri, il magistrato-icona della lotta contro la riforma. Esiste invece un’altra intervista a “Repubblica”, del 3 ottobre 1991, nella quale Falcone ricorda che nel dibattimento “il pubblico ministero non deve avere alcun tipo di parentela con il giudice e non deve essere, come è oggi, una specie di paragiudice. Il giudice dev’essere una figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti. Contraddice tutto ciò il fatto che, avendo formazione e carriera unificate, giudici e pm siano in realtà indistinguibili gli uni dagli altri”. Questa è la vera intervista di Falcone, che al limite può essere ricordata, con i dovuti modi, da chi la riforma la sostiene.

Ma nel mondo parallelo dei Buoni si dice quel che vogliono loro, quindi si possono attribuire frasi mai dette anche a personaggi importanti che hanno dato la vita con eroismo. Insomma, da Londra ai nostri lidi, dall’indecoroso copia-incolla su Trump alle indecorose invenzioni post mortem su Falcone e Borselino, non c’è niente da fare, trionfano le fake news dei Buoni.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background