Trump contro il genocidio vero: i cristiani in Nigeria

· 3 Novembre 2025


Cari ascoltatori c’è il leader politico di un grande e potente Paese che ha deciso di affrontare di petto un genocidio autentico che dura da almeno 15 anni, nel totale silenzio delle anime belle, dei flotilleros, dei “restiamo umani” boys, insomma della frastagliata compagnia terzomondista. Il genocidio in questione non è lo sterminio di un gruppo etnico, ma di una tipologia culturale, antropologica, religiosa: quello dei cristiani in Nigeria.

Il leader che batte un colpo è il comandante in capo del mondo libero, Donald Trump, che più volte, nelle ultime ore, è intervenuto sui suoi social, scrivendo “il cristianesimo sta affrontando una minaccia esistenziale in Nigeria e gli Usa sono particolarmente preoccupati. Quando i cristiani o qualsiasi altro gruppo vengono massacrati come nel caso della Nigeria, gli Stati Uniti non possono restare a guardare mentre si verificano tali atrocità”. Con tanti saluti a quelli per cui Trump è un isolazionista disinteressato a ciò che accade nel mondo.

È seguito l’avvertimento: non solo “se il governo nigeriano continuerà a consentire l’uccisione di cristiani, gli Usa interromperanno immediatamente tutti gli aiuti e l’assistenza”, vitali per l’esistenza stessa del governo nigeriano; ma Trump ha anche dichiarato che l’esercito americano potrebbe entrare in Nigeria “sparando a raffica per spazzare via completamente i terroristi islamici che stanno commettendo queste orribili atrocità”. Il presidente Usa non ha paura di chiamare le cose con il loro nome: d’altronde siamo di fronte a un’ecatombe, dal 2009 a oggi circa 52 mila nigeriani sono stati uccisi in quanto cristiani.

La Nigeria è un Paese di oltre 200 milioni di abitanti, suddiviso in un settentrione a maggioranza musulmana e un meridione dove prevale la presenza cristiana, che è soggetta all’”attacco esistenziale”, come dice Trump, di gruppi di gentiluomini come Boko Haram, le cui imprese hanno per barbarie fatto impallidire l’Isis, l’Iswap, Stato islamico dell’Africa occidentale, che dell’Isis è una dichiarata filiale locale, e le milizie islamiche Fulani. Questi gruppi di assassini islamisti che ammazzano i cristiani perché sono cristiani, assaltano chiese, scuole, mercati, perpetrano uccisioni di massa e profanazione dei corpi, incendiano villaggi, saccheggiano i beni della popolazione cristiana, non risparmiano violenze sessuali, rapimenti con particolare accanimento sulle donne perché due volte colpevoli, documentate atrocità sui bambini. E quelli che sopravvivono vengono reclutati a forza nei gruppi terroristi. L’intento è il solito di ogni islamismo jihadista e millenarista: purificare la Nigeria e l’Africa dai cristiani.

È una tragedia quotidiana di fronte alla quale il bel mondo nostrano è muto: niente flotille, né maratone in prima serata, neanche un programmino di mezzanotte che ne parli; men che meno intellettuali che firmano appelli. C’è un silenzio tombale, solo Donald Trump ha alzato la mano e minaccia di intervenire: l’America non starà a guardare anche per un motivo valoriale, il Paese guida dell’Occidente deve sentirsi chiamato in causa, se va in scena un genocidio contro i cristiani. È interesse dell’Occidente, della nostra civiltà, impedire che continui impunemente la mattanza islamista, ovunque essa avvenga.

C’è una bella differenza fra la retorica di lorsignori e i genocidi autentici, le stragi e la barbarie autentiche. E a combattere c’è sempre (solo) Donald Trump.


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