“Parlando liberaMente” con Belpietro: politici modesti e tendenze suicide, la Ue miope di Ursula
Giovanni Sallusti · 25 Ottobre 2025
Questa settimana, a “Parlando liberaMente”, la nostra intervista settimanale con i protagonisti della politica, dell’attualità, del giornalismo, Giovanni Sallusti discute dell’attualità politica e internazionale con Maurizio Belpietro, direttore responsabile de La Verità e di Panorama.
“Pochi giorni fa Ursula von der Leyen ha confessato che nel settore delle energie rinnovabili l’Europa ha dato una spinta alla Cina e, creando un mercato che prima non esisteva, si è fatta del male da sola, perché alla fine siamo stati battuti proprio sul quel campo: Pechino si è dotata di tutte le tecnologie e soprattutto di tutte le materie prime – le famose terre rare – indispensabili per costruire sistemi come i pannelli solari, le pale eoliche e le batterie delle autovetture. Qui invece come si siamo comportati? Abbiamo deciso l’abbandono del motore a combustione senza avere la tecnologia di passare a quello elettrico, danneggiando una serie di aziende e soprattutto l’economia del nostro continente. Pensiamo soltanto a quello che sta succedendo alla Volkswagen, dove la produzione della Golf è ferma perché non ha la materia prima per costruire le macchine. E la von der Leyen fa finta di niente”.
“Questa classe dirigente è la prima della storia dedita al proprio suicidio e a quello dell’intera Europa. Anziché fare gli interessi della sua popolazione, fa gli interessi di un altro Paese. Ci stiamo facendo carico del problema delle emissioni mondiali e ci auto-penalizziamo a favore di altri Stati che inquinano di più, come Cina, India, Cambogia o Vietnam. E non è che Ursula pensi di cambiare strategia per non finire nel baratro, no, arriva invece al ragionamento opposto: ovvero che dobbiamo accelerare in questa direzione. Ma vi pare una classe dirigente normale questa? La sua azione politica ha una gravità doppia: non solo ha danneggiato la nostra economia a favore di un Paese illiberale, ma sta davvero cambiando gli equilibri mondiali. Stiamo infatti assistendo a una saldatura di interessi tra Cina, Russia e una serie di Paesi ‘canaglia’ – Corea del Nord e Iran in primis – e ci sono diversi elementi di contatto persino con una potenza in crescita come l’India”.
“Chi poteva pensare che gli Stati Uniti si sarebbero confrontati dal punto di vista sia economico sia militare con una nuova potenza come la Cina, che fino a non molti anni fa non era un Paese in grado di competere con gli Usa? Questo ci dovrebbe inquietare. E invece, a quanto pare, la classe dirigente europea non s’interroga su questi cambiamenti epocali nella storia dell’economia e dell’influenza politica o geopolitica. Parla di tutto tranne che di quello che sta accadendo. Siamo destinati a essere un vaso di coccio tra vasi di ferro. Gli Stati Uniti stanno cercando di reagire ed è evidente che Donald Trump fa l’interesse del proprio Paese: l’economia americana continua a crescere, perché la politica dei dazi ha prodotto dei risultati a favore degli Stati Uniti, non di altri Paesi. Noi invece ci preoccupiamo di problemi sicuramente molto importanti, ma senza renderci conto delle ricadute che le politiche di Bruxelles hanno sui portafogli delle famiglie”.
“Questo cortocircuito nasce, nella migliore delle ipotesi, da una miopia di alcuni esponenti politici; nella peggiore, invece, dall’influenza che le lobby hanno esercitato in questi anni su Bruxelles. Con la famosa vicenda del Qatargate, si è scoperto che ci sono Paesi che arrivavano in Europarlamento e praticamente si compravano esponenti politici e funzionari con cui producevano delle leggi a vantaggio di soggetti specifici. Per esempio, i dibattiti sulla carne sintetica non sono discussioni così teoriche: io credo che ci siano delle influenze da parte di alcuni produttori e grandi gruppi multinazionali. E purtroppo qualcuno si piega. Sicuramente vi ricorderete quando, a un certo punto, sembrava che per risolvere il problema delle emissioni globali dovevamo sterminare tutte le vacche, colpevoli di inquinare il mondo con i loro peti, e far chiudere tutti gli allevamenti in Europa. Era un programma politico! Così come lo stop alla produzione di biocarburanti e l’ok alla produzione di batterie elettriche e di carne sintetica. Nulla è mai gratis: dietro ci sono sempre degli interessi a favore di qualcuno che ci guadagna”.
“Non c’è più la politica: non abbiamo più i De Gasperi o gli Adenauer. Esiste solo una classe dirigente infinitamente modesta. Il risultato è un’Europa burocratica dove chi decide non sono i politici, ma dei funzionari che hanno potere di vita e di morte su determinate norme, e le impongono bypassando i Parlamenti dei Paesi sovrani. E noi ci troviamo a fare i conti con delle decisioni che non solo sono inapplicabili, ma danneggiano anche gli interessi nazionali dei singoli Stati. Il caso dell’automotive ne è la rappresentazione plastica. Negli ultimi giorni, al Consiglio europeo, si è ipotizzata una dilazione degli obiettivi di neutralità tecnologica e di spalmare nel tempo tutta questa follia verde, ma la sostanza non cambia, perché comunque continuano a ribadirci che bisogna recuperare il tempo perduto sulla Cina. La verità è che noi dovremmo decidere una cosa molto semplice: chi vuole comprare la macchina elettrica lo faccia, chi vuole la macchina a motore termico se la tenga o se la compri. Noi siamo cresciuti in un Paese che doveva essere ispirato a principi liberali; invece è in voga questo dirigismo che vuole imporci delle scelte, ci tratta come dei bambini stupidi”.
“Dopo avere apparecchiato grazie a Trump una pace in Medio Oriente, o quantomeno una tregua consistente, io mi auguro che si riesca ad arrivare a un cessate il fuoco anche in Ucraina. Però noto che sono tanti a lavorare contro: mentre infatti si sta ipotizzando un congelamento del conflitto, l’Europa ha messo per iscritto nei famosi 12 punti che la ricostruzione deve essere a carico della Russia. Ed è difficile che Putin possa accettare, anzi non si siederanno neanche al tavolo. Ho la sensazione che a Bruxelles qualcuno punti a proseguire la guerra perché spera di avere dei meriti politici o di conquistare qualche risultato facendo un po’ di confusione. Purtroppo abbiamo dei leader politici in grande difficoltà a casa loro – come Macron e Sanchez – e tutti questi lavorano non per risolvere i problemi ma per mantenere la propria poltrona. Perlomeno possiamo consolarci dicendo che Donald Trump conta molto di più degli euroburocrati”.
