Ursula finalmente confessa: abbiamo lavorato per la Cina

· 21 Ottobre 2025


Cari ascoltatori, oggi La Verità mette in risalto una notizia, anzi una confessione fuori tempo massimo, ma a suo modo epocale. Leggete qui: “Le nostre politiche hanno aiutato la Cina a emergere nel settore delle tecnologie verdi”. L’autrice di questo virgolettato è Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, al secondo mandato, e si trova nella lettera sulla competitività da lei presentata ieri ai leader Ue .

L’unico commento all’altezza sarebbe: benvenuta, ai tempi supplementari di una partita in cui stiamo perdendo 7 a 0, Ursula si è accorta che c’è un problema, e quel problema è il talebanesimo green, le cui linee guida sono state espresse proprio da lei, prima fra queste la follia masochista del green deal, da cui discendono il dogma dell’elettrico e la guerra al motore a scoppio. Ebbene, questa politica ha fatto gli interessi della Cina, cioè di una potenza concorrente nei mercati dell’auto e dell’energia, e soprattutto il principale avversario geopolitico al mondo libero.

La cosa divertente è che non è mica chiara la ragione per cui Ursula ha confessato l’abbaglio storico di cui è la prima responsabile. È vero che è in atto una frenata, una dilazione dei tempi sulla rinuncia al motore termico (anche questa di impronta dirigista, calata da Bruxelles), ma poi nella stessa lettera sulla competitività la presidente dice anche il contrario, cioè che gli sforzi verso l’energia pulita devono essere incessanti e bisogna procedere su questa strada: non solo diagnostica tardivamente la malattia, ma non ha affatto intenzione di guarirla.

Ora, se si trattasse di un problema che riguarda la psiche della signora von der Leyen, sarebbe già meno rilevante; il punto è che invece riguarda la storia dei popoli europei e il loro futuro, il rischio che franino intere filiere produttive, in primis quella dell’auto, sulla quale non solo l’Italia, ma anche la Germania e altri Paesi hanno pagato le follie ideologiche a firma Ursula, in termini di posti di lavoro e quindi di competitività: che è proprio l’oggetto della sua lettera.

L’altro problema è politico: come fa notare La Verità oggi, il fatto che la leader dell’Unione Europea confessi che lei e i suoi colleghi di governo, con quelle linee guida, hanno fatto gli interessi della Cina, è prova di totale incompetenza o, peggio, di collateralismo con un concorrente economico e geopolitico dell’Europa. È un problema anche democratico, perché il governo dell’Unione Europea dovrebbe quantomeno rispettare il principio di rappresentanza e quindi avere come stella polare l’interesse dei popoli europei.

Invece la stella polare di Ursula pare sia stata fare l’interesse del partito comunista cinese. È così, è come sta dicendo lei? Allora faccia un passo decente, firmi un’altra lettera, quella delle sue dimissioni.


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