E anche su Ranucci Saviano non resiste: è colpa del governo
Giovanni Sallusti · 17 Ottobre 2025
Cari ascoltatori, ancora nessuno sa chi è l’autore del gravissimo gesto criminale contro il giornalista di Report Sigfrido Ranucci (e che poteva finire molto peggio, ribadiamo la nostra solidarietà), il quale ha consegnato agli inquirenti un plico di minacce provenienti negli anni da vari soggetti.
C’è uno che invece di certezze ne ha: l’onnisciente, riveritissimo Roberto Saviano, che però di certezze ha sempre la stessa, che è colpa della destra. Sostanzialmente la tesi di Saviano, esposta sui social, è che è colpa di quella cortigiana della Meloni, come direbbe Landini, o di quella bastarda della Meloni o di quel bastardo di Salvini, come ha detto lo stesso Saviano, insomma della destra di governo e della destra editoriale.
Ecco il Saviano-pensiero: “Quello che è accaduto stanotte a Sigfrido Ranucci non riguarda solo lui, ma il clima che stiamo accettando”, e questa è l’unica cosa vera che ha detto, si è accorto che c’è un clima pessimo nel Paese e più in generale nelle società europee. Il dadaismo arriva quando continua: “L’attentato a Sigfrido Ranucci non nasce oggi, è il frutto di anni di delegittimazione, di campagne mediatiche costruite per isolare, infangare, distruggere civilmente chi osa indagare il potere”. Ora, al netto della gravità del fatto, Ranucci francamente non ci sembra sia delegittimato, isolato ed emarginato. Ha condotto per tanti anni sulla Rai, e ha sempre prodotto le sue inchieste, sempre legittimamente orientate.
Anche noi abbiamo uno sguardo orientato e lo rivendichiamo, anche se lo articoliamo diversamente da Ranucci, il quale spesso ha fatto giornalismo militante contro un avversario ideologico, e lo ha fatto in prima serata sulla tv di Stato; è presente nel dibattito dei giornaloni, è ascoltato, è invitato alle presentazioni, è uno dei riferimenti del giornalismo progressista del Paese. E va benissimo così; ma non può essere dipinto come emarginato dal sistema mediatico intellettuale. Non lo è.
Dice poi Saviano: “Quando non si discute più delle idee, ma si attacca la persona, quando il dibattito pubblico diventa un linciaggio social permanente, la democrazia non è in pericolo, è già stata violata”. È assolutamente vero, ed è un’apprezzabile autocritica, anche se un po’ tardiva: Saviano ha dato dei bastardi alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini; ha detto che la fine di Musk e Trump avverrà con una caduta violenta, che il loro epilogo politico sarà nel sangue.
Dopo di che il coautore di Gomorra (condannato per plagio) non resiste, deve portare fino in fondo il ridicolo, se non fosse che stiamo parlando di scenari drammatici: “Questo riguarda il governo di estrema destra”, evidentemente rivelando di avere informazioni che non ha nemmeno Ranucci, se si permette di tirare in ballo il governo su un fatto di tale gravità. Ma ci stiamo animando troppo, stiamo facendo il solito errore, stiamo prendendo sul serio Roberto Saviano. Ci scusiamo con tutti voi…