Ambrogino, no grazie: Sala sbertucciato dalla flotilla
Giovanni Sallusti · 15 Ottobre 2025
Cari ascoltatori, il sindaco di Milano Beppe Sala non è alla frutta, non è al dessert, piuttosto è al secondo ammazza caffè. Riordiniamo: tanto per cominciare la sua giunta è ormai avvitata nell’immobilità, peggiorata dal pasticciaccio sull’edilizia. Si tratta di un’inchiesta che per noi garantisti lascia molti dubbi, ma che comunque scoperchia un “modello Milano” e apre delle fratture politiche all’interno della giunta. E intanto parti sempre più larghe di città stanno cadendo preda dell’insicurezza e dell’abbandono.
La novità è che, come se non bastasse, Sala è stato preso a pesci in faccia anche dalla Flotilla, un gruppo non esattamente famoso per la sua lucidità e la sua connessione con i tempi: le ultime notizie dal Medio Oriente hanno ridicolizzato del tutto quella pseudo-impresa. Eppure il sindaco è riuscito a farsi prendere schiaffi anche da lorsignori. Infatti, la sua maggioranza ha proposto l’Ambrogino d’oro per i velisti pro-pal, nelle vesti della capogruppo Pd stessa, Beatrice Uguccioni, e di Carlo Monguzzi dei Verdi, punto di riferimento dell’eco-talebanesimo milanese. Sala ha accompagnato questa proposta con un silenzio-assenso e quindi non ne ha rilevato la follia costitutiva: non si capisce che cosa centri la Flotilla con un premio che riconosce attività volte a dare lustro alla città e alla sua storia. E infatti si è visto recapitare il rifiuto dalla Flotilla nella persona di Margherita Cioppi, capo missione di Arci e dell’imbarcazione Karma, che sui suoi social ha dato il due di picche a Sala e alla giunta: “Non è con i premi che si dimostra da che parte stare”, insomma non è sufficiente, probabilmente non lo sarebbe neanche mettere la bandiera palestinese nella Sala consiliare, perché intanto la Palestina – cioè Hamas – ha firmato la pace.
Quindi non si sa che cosa lorsignori vorrebbero, ma intanto la Cioppi ha respinto l’idea di ricevere l’Ambrogino d’oro perché il Comune di Milano non ha ancora reciso il gemellaggio con Tel Aviv, cioè una delle capitali più innovative e stimolanti del globo. La signora ha aggiunto che “l’accordo di pace proposto da Trump è un ennesimo specchietto per le allodole, le cui spese sono sempre a carico della popolazione palestinese”, dimenticando di avvisare la medesima popolazione palestinese, la quale invece festeggiava nelle strade di Gaza l’accordo di pace di Trump. La signora Cioppi magari avrebbe potuto dire qualcosa sulla gente di Gaza massacrata da Hamas negli ultimi giorni, invece niente; ma in mezzo alle sue tesi deliranti ha comunque sbertucciato Sala, lasciandolo con il cerino in mano.
Qui siamo oltre l’ammazzacaffè: Sala avrebbe anche avuto voce in capitolo, perché l’Ambrogino d’oro è assegnato da un’apposita commissione del Comune, ma il sindaco ha potere di veto. Il sindaco ha preferito bocciare la proposta successiva, una chiara contro-provocazione politica della Lega che aveva proposto di dare il riconoscimento a Donald Trump. Anzi, ha stigmatizzato l’idea dicendo “è mio dovere ricordarvi il regolamento” che prevede il premio “a coloro che con particolare collaborazione alle attività della pubblica amministrazione, con atti di coraggio e di abnegazione civica, abbiano in qualsiasi modo giovato a Milano”.
Un quesito al sindaco: mentre lo si è visto prontissimo a dire no a Trump, in che diavolo di modo invece la Flotilla (la stessa signora Cioppi è milanese solo d’adozione) avrebbe giovato alla città? In quale modo quell’inutile sceneggiata ideologica che ha strumentalizzato il dramma di Gaza – mentre era in corso invece un’iniziativa diplomatica di successo dell’odiato Trump – ha smosso di un millimetro la vita dei milanesi?
Forse a Sala sarebbe convenuto dire qualcosa, fermare questa proposta: invece è stato zitto sulla Flotilla e si è beccato il due di picche proprio da lei. Complimentoni!