La sinistra ama la rivolta sociale e schifa la pace
Giovanni Sallusti · 2 Ottobre 2025
Cari ascoltatori, è evidente che esistono lo schieramento della pace e lo schieramento della rivolta sociale. Oggi in Parlamento si è votato sulla guerra fra l’unica democrazia del Medio Oriente e la banda di tagliagole nazi-islamici di Hamas: il centrodestra, insieme con Azione, ha presentato una risoluzione per vincolare il governo a sostenere l’iniziativa dell’amministrazione americana che ha presentato un piano di pace in 20 punti. I primi due consistono nella de-radicalizzazione totale di Gaza e nella cancellazione di Hamas come minaccia terroristica e militare, nonché nella riqualificazione della Striscia nell’interesse della prosperità del popolo palestinese. La maggioranza di governo ha presentato anche una mozione più corposa che prevede anche di attivarsi per riconoscere lo Stato palestinese, a condizione che Hamas liberi tutti gli ostaggi e rinunci a ogni presenza politica e militare a Gaza e in Cisgiordania.
Le forze della sinistra, che ormai sono una dependance dei movimenti pro-pal, si sono astenuti: non hanno avuto nemmeno il coraggio esplicito di votare contro, optando per una decisione pilatesca che, nei fatti, è un no al piano di pace già condiviso dal governo israeliano e da tutti i principali Paesi arabi e musulmani, che stanno premendo su Hamas affinché accetti.
Questa torsione ideologica è emersa anche dagli interventi in Aula. Per esempio, quello di Elly Schlein, la capoclasse del liceo: “Per noi il percorso di pace è indivisibile dal riconoscimento dello Stato palestinese. Come potete chiederci di votare una risoluzione che ignora questo punto?”. No, Elly: il punto c’è, eccome. Ma tu, piuttosto, condividi o no la premessa di liberare gli ostaggi e di cancellare Hamas? Non si può ciurlare nel manico all’infinito, a colpi di astensioni ipocrite.
Giuseppe Conte ha dato spettacolo: “È ridicolo il vostro appello all’unità, il vostro operato è una vergogna storica. Questo piano di pace rappresenterebbe la solita storia: da un lato gli opulenti sempre più opulenti, dall’altro gli affamati sempre più affamati”. Cioè, Conte preferisce il massacro alla terribile “riviera” di Trump, si chiama fuori dallo schieramento della pace e si conferma nello schieramento della “rivolta sociale”.
Ma andando a rimorchio della parola d’ordine di Landini, il centrosinistra si è schiacciato su posizioni sempre più estreme. Il Pd sta sostenendo in modo acritico lo sciopero generale di domani, nominalmente organizzato per Gaza e definito “extra legem” dal Garante perché non rispetta i tempi minimi di avviso e di convocazione. La fotografia finale è la seguente: in Parlamento c’è uno schieramento della pace, e chi si astiene non la vuole.