Capezzone: sinistra a schema unico, l’altro è sempre fascista
Giovanni Sallusti · 27 Settembre 2025
Per la nostra rubrica “Parlando liberaMente”, la nostra intervista settimanale con i protagonisti della politica, dell’attualità, del giornalismo, Giovanni Sallusti discute di Stati Uniti d’America e dell’omicidio di Charlie Kirk con Daniele Capezzone, direttore editoriale di Libero e autore del libro di recente uscita “Trumpisti o muskisti, comunque ‘fascisti’. Sinistra a caccia di nemici” (208 pagine, edito da Piemme).
“Secondo un report del Network Contagion Research Institute, pubblicato prima della morte di Kirk, 38 americani su 100 consideravano giustificabile l’assassinio di Donald Trump e 31 l’eliminazione di Elon Musk. Se si restringe il campione agli elettori di sinistra, le percentuali s’impennano fino rispettivamente al 55% e al 48%. Capite bene che non c’è solo la contrapposizione, che è il sale della democrazia, ma l’idea per cui il nemico è Satana. Ogni giorno il latte che viene prodotto da queste mammelle culturali, politiche, mediatiche è questo: e se c’è qualcuno se ne alimenta, non è escluso che si passi poi ai fatti. Per Berlusconi fu la statuetta, per Charlie Kirk è stato un colpo di fucile, lo stesso Trump ci è andato vicinissimo nell’estate 2024. Per qualcuno tutto questo è normale, tant’è che da subito è cominciato il processo al cadavere di Kirk”.
“Per la sinistra, qualunque sia la tipologia di avversario di destra, lo schema è unico: l’avversario è sempre fascista, anche se appartiene a una destra di derivazione liberale o sociale. Mi viene in mente il titolo della prima pagina dell’Unità, allora organo del Partito Comunista, il giorno in cui si commentò l’elezione di Ronald Reagan del 6 novembre 1980: ‘Tutta l’inquietudine nel mondo per l’elezione di Reagan’. E certo, no? Loro stavano appresso al colbacco di Brežnev. Da quel momento, chiunque veniva eletto, se democratico (Bill Clinton, Barack Obama e Joe Biden) era un santo ed era l’alba del nuovo giorno; se repubblicano (George Bush Senior, George Bush Junior e Donald Trump) era invece un pericolo per l’umanità. In Italia è stato lo stesso: Berlusconi fascista, Salvini fascistissimo e Meloni ultra-fascistissima. Se da un lato ci dimostra una propensione infantile della sinistra, dall’altro può anche essere inteso come indice di preoccupazione, per cui poi qualcuno anche pronto a menare le mani o a risolvere per via di fatto il ‘problema’ lo si trova”.
“Guardiamo alle manifestazioni di questo inizio settimana al grido esplicito di “blocchiamo tutto”: ma è illegale! Ci hanno fatto una testa così con la legalità e ora Schlein ci dice che è tutto bello e democratico, che era stato fatto da una minoranza isolata e che non dobbiamo criminalizzare le proteste? Poi si scopre che ci sono stati 78 poliziotti feriti ed è evidente che è servita una massa d’urto molto significativa. Che altro serve per capire dove stiamo andando?”.
“Guardiamo anche che cosa sta succedendo nel resto dell’Europa. Agli occhi della fazione ‘dominante’ a sinistra, la destra è ontologicamente illegale e quindi ogni arma va presa in considerazione. Se in Francia può vincere, parte l’attacco giudiziario a Marine Le Pen. In Romania stava per vincere e si è fatto continuare a votare finché il popolo non ha scelto nel modo ‘giusto’. In Germania c’è Afd in testa ai sondaggi e allora si stabilisce che, con il contributo dei servizi segreti, quello è un partito canaglia che può essere soggetto a intercettazioni, infiltrazioni. Situazioni diverse, ma sempre con meccanismi volti a considerare come cittadini di serie B spesso la maggioranza della popolazione”.
“Ho l’impressione che oggi l’Unione Europea sia una specie di grande gioco visivo e di grande illusione: un’impalcatura dove ci sono ancora questi sacerdoti che celebrano i loro riti molto dannosi ai quali non crede più nessuno: vedasi Emmanuele Macron. La stessa Ursula von der Leyen è ormai una marziana screditata non solo in Parlamento, ma anche agli occhi della stragrande maggioranza dei cittadini europei. Se ci pensiamo bene, dal 2008 a oggi ci sono stati almeno sei macro-eventi critici internazionali: la crisi finanziaria, il default greco, l’emergenza migratoria, il Covid, la guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente. L’Unione Europea ha per caso giocato un ruolo positivo in almeno una di queste sei crisi? Assolutamente no. Nella migliore delle ipotesi è stata inutile; più spesso è stata dannosa”.
“In Italia siamo stati stati, per 11 lunghi anni, il laboratorio del superamento della volontà popolare attuato in varie forme: governi tecnici, vincoli esterni, patti di stabilità, cordoni sanitari europei. E io apprezzai tantissimo il discorso che J.D. Vance fece a Monaco. Noi abbiamo un problema di libertà di parola e, in qualche caso, di libertà tout court. L’America ha sicuramente tanti problemi ed è super-divisa, però almeno chi vince governa. Qua in Europa non è detto che chi vince governi. E non è detto nemmeno che tutti abbiano la possibilità almeno di dire la loro”.
“Per quanto riguarda in particolare l’Italia, il governo Meloni ha fatto miracoli in questi tre anni: i conti sono stati tenuti a posto, le agenzie di rating l’ha promosso, c’è una gestione economica ineccepibile e, nella prima metà della legislatura, sono state adottate delle buone misure sul piano fiscale per i ceti più bassi. In questa seconda parte bisogna fare il passo in avanti sulle fasce superiori. In campo ci sono tre proposte: Forza Italia insiste molto bene sull’intervento sulle aliquote Irpef intermedie, la Lega preme sulla rottamazione e sulle partite Iva per alzare la soglia del trattamento flat. Però ora c’è bisogno di dare l’idea che il percorso preso sia nettamente quello, che bisogna andare dritti per questa strada”.