Trump all’Onu distrugge il globalismo: che goduria
Giovanni Sallusti · 23 Settembre 2025
Cari ascoltatori, che goduria ascoltare Donald Trump tenere alla sede dell’Onu un discorso antiglobalista e occidentalista, che sbaracca l’ideologia rappresentata al massimo grado da questa istituzione vetusta, spesso alla mercè dei totalitarismi e delle canaglie terroriste (vedi il riconoscimento della Palestina, per cui Hamas sembra un dettaglio irrilevante).
Da presidente della principale democrazia del mondo e principale finanziatore dell’Onu, Trump ha posto una serie di proposte politiche del nostro tempo. Primo tra tutti è il tema della crisi della migrazione incontrollata, che – anche come strumento di guerra ibrida – non è più accettabile. E già qui ha sbaraccato l’agenda Onu, che incoraggia l’invasione di alcuni Paesi attraverso l’immigrazione illegale, ma anche l’Europa, che Trump ha affermato essere “devastata dall’ambientalismo e dall’immigrazione” che hanno fatto breccia rispettivamente con il green deal e l’agenda dei porti aperti.
Trump ha invitato i cittadini europei a uscire da questa sindrome, che sta portando al suicidio la nostra civiltà. Ha stanato l’Ue anche sulla questione della Russia e dell’Ucraina, su cui come è noto molti leader europei fanno gran retorica bellicista. In effetti i leader europei sono imbarazzanti: sono in guerra con la Russia ma comprano ancora petrolio e gas russo, mentre il presidente Usa si è detto pronto a sanzioni devastanti.
È stata smantellata anche una tipica creatura mitologica del mainstream, il Trump putiniano: il presidente ha rilevato un’ovvietà, che “la Russia doveva vincere in tre giorni, sta facendo brutta figura”, stanando il bluff militare di Mosca, che dopo anni ha conquistato qualche chilometro di Donbass pagando un prezzo umano altissimo.
Poi Trump ha toccato il nervo scoperto: ha definito Cina e India i principali finanziatori della guerra russa in Ucraina, quindi ha detto per risolvere la situazione bisogna non comprare più energia e mettere pressione diplomatica a Cina e India. Ha poi chiarito che il più grande sponsor del terrorismo mondiale, l’Iran degli ayatollah, non può possedere la più grande arma del mondo, la bomba atomica: su questo e sul riconoscimento dello Stato di Palestina, “un favore ad Hamas”, ha spronato l’assemblea e gli alleati masochisti, non capacitandosi del perché Paesi come la Francia, il Regno Unito e l’Australia facciano un simile regalone alla canaglia nazi-islamica.
Vedete come già per sommi capi risulti evidente il ribaltamento del luogo comune: il leader del mondo libero (checché ne dicano le anime belle nostrane) ha un’agenda antiglobalista, che contempla tutela dei confini delle nazioni, pressione vera alla Russia e non retorica bellicista, contrapposizione agli Stati sponsor del terrorismo e alle canaglie di Hamas, contrasto alle follie ambientaliste che fanno il male dei Paesi occidentali.
Questa è l’agenda mondiale che serve a qualunque liberale, a qualunque conservatore, a qualunque sovranista, soprattutto a qualunque uomo occidentale. Sì, oggi ascoltare Donald Trump è stata francamente una gran goduria.