Tutti a Pontida, nel nome di Kirk e della libertà
Giovanni Sallusti · 19 Settembre 2025
Cari ascoltatori, questa volta c’è una ragione metapolitica per essere tutti domenica al raduno di Pontida, l’appuntamento annuale più saliente della Lega. È una ragione esistenziale, riassunta nello slogan di quest’anno: “Senza paura”. Rispetto a che cosa? Ve lo spieghiamo seguendo la cronaca, che quando arriva alle sue vette tragiche è superiore a qualunque possibile ragionamento.
Come sapete tutti, oltreoceano è avvenuta una scena drammaticamente riassuntiva di ciò di cui bisogna avere paura. Un importantissimo attivista del movimento conservatore americano, Charlie Kirk, è morto perché gli hanno sparato, mentre confrontava le sue idee in un campus con le idee altrui. Indossava una maglietta con sopra scritto “Freedom”, “libertà”. Che cosa c’era scritto invece su uno dei proiettili che hanno messo fine alla sua vita ad appena 31 anni? “Bella Ciao”.
Significa che anche oggi, in Occidente, abbiamo un problema di “fascismo degli antifascisti”: una cosa che in Italia conosciamo benissimo, raccontata nella seconda metà del Novecento da Pasolini, Sciascia, Flaiano, e che è tornata d’attualità con quell’immagine potentissima, tra minimizzazioni sull’omicidio, distinguo e festeggiamenti espliciti: un’importante associazione di studenti di sinistra ha messo Charlie Kirk a testa in giù con scritto “-1”, intellettuali di riferimento – da Roberto Saviano a Piergiorgio Odifreddi, passando per Enzo Iacchetti – che hanno chiuso gli occhi di fronte all’accaduto. Sempre in questi giorni nelle università italiane, luoghi simbolo come negli Usa, un professore appartenente alla comunità ebraica ha sostenuto che l’esercito israeliano fa cose che quasi nessun altro esercito ha fatto, ovvero avvisa i residenti dove sta per prendere iniziative militari, intimando loro di allontanarsi. Una cosa vera. Eppure è stato cacciato dal rettore.
Un altro professore è stato oggetto, mentre teneva una lezione, di un’aggressione squadrista da parte di un gruppo nutrito di studenti che gli hanno anche messo le mani addosso, e lui è finito all’ospedale: lo accusavano di sionismo e quindi non poteva tenere una lezione in un’università italiana, come se fossimo nel 1938. Infine, la scena iconica del comico in disarmo Iacchetti che urla dicendo che c’è qualcuno che non può parlare, che oggi non serve il contraddittorio, che deve risuonare solo una verità: la loro verità.
Se allarghiamo lo sguardo all’Europa, vediamo che Marine Le Pen, palesemente in vantaggio nei sondaggi per le prossime elezioni presidenziali francesi, è stata resa ineleggibile a seguito di una sentenza molto discutibile. E a Pontida sarà presente Jordan Bardella per il Rassemblement National. In Germania si è ventilato di mettere sotto osservazione i membri dell’Adf, in testa col 30% del gradimento popolare, da parte dei servizi segreti.
Andando fuori dal nostro continente, in Brasile c’è stata una dura sentenza contro un importante esponente politico di primo piano, Jair Bolsonaro – a Pontida ci sarà suo figlio Flavio – una condanna che è un macigno sulla convivenza e la dialettica democratica. Oggi è evidente che aveva ragione J. D. Vance, l’incubo di tutti i politicamente-corretto e altra stella del conservatorismo contemporaneo, quando ha detto che oggi in Europa e in Occidente il free speech è sotto attacco da parte di un mainstream di sinistra.
Questo è quello che dice la realtà e nessun talk imbastito dal lorsignori ci potrà convincere del contrario. Ed è una ragione che eccede la politica, che ha a che fare con la nostra convivenza civile, con la nostra vita quotidiana, con le nostre libertà elementari. Quindi, a maggior ragione, dò appuntamento a tutti voi al raduno di Pontida di domenica. Senza paura. Vi aspettiamo!