Viva Salvini, l’unico che sta davvero con Israele
Giovanni Sallusti · 19 Settembre 2025
Cari ascoltatori, questa mattina dobbiamo intonare un’ode a Matteo Salvini che è una felice eccezione su un tema dove fioccano l’odio di sinistra, l’ideologia filo-islamista che genera le flottille e altre iniziative affini, e sul quale si nota anche una certa timidezza nella politica del centrodestra. Il tema è Israele, il Medioriente, la temperatura incandescente della contemporaneità.
Salvini ha rilasciato un’intervista al canale israeliano I24 News, dove ha detto una serie di cose cristalline e affatto timide, che stanno ovviamente destando scandalo presso le anime belle. Ecco alcune delle sue parole: “Parlo come Matteo Salvini, come capo del mio partito e come una parte del governo. Dal mio punto di vista, difendere Israele e il suo diritto di vita significa difendere la libertà e la democrazia”. Queste sono affermazioni ormai indicibili, ma sono anche le medesime di certi uomini e donne diciamo non insignificanti, “pazzi estremisti” tipo Ugo La Malfa, che disse “la battaglia per la libertà inizia sotto le mura di Gerusalemme”; oppure Oriana Fallaci, che spiegava “sono sionista anzitutto per interesse, perché quella è anche la mia battaglia, e se cade Israele cade l’Occidente”. Ecco, Matteo Salvini queste cose le ribadisce oggi: difendere il diritto di Israele a esistere e a difendersi significa difendere la libertà e la democrazia. I valori in gioco non sono una variabile secondaria, perché dall’altra parte ci sono i valori di Hamas, cioè gli stessi delle SS naziste.
Salvini ha proseguito: “Israele ha tutto il diritto di garantire e garantirsi un futuro sereno. L’Italia è uno dei pochi Paesi che non si è mai allineato al politicamente corretto anti-ebraico e anti-israeliano”. Che è anche anti-occidentale perché è malato di oicofobia, come diceva Roger Scruton, di odio di sé e della propria cultura, della propria libertà. L’impazzimento è al punto che l’ultimo idolo di costoro è Enzo Iacchetti, un comico in disarmo che in tv ha gridato a un pacifico rappresentante dell’Associazione amici di Israele, “non ti lascio parlare, non esiste contraddittorio, ti prendo a pugni”.
Ecco, Salvini ha ripristinato l’abc della civiltà, così come sulle proteste pro pal : “Molta di questa gente che sta protestando non penso sappia per che cosa lo sta facendo. Perché il terrorismo islamico è il principale problema nel mondo di oggi”. E non da oggi o dal 7 ottobre, ma dall’11 settembre 2001: è un dramma epocale. E Israele è la prima trincea di questo scontro di civiltà, diceva Samuel Huntington, uno dei maggiori intellettuali e politologi americani.
Nell’intervista Salvini ha detto anche che “riconoscere adesso uno Stato palestinese dopo i fatti di sangue di Hamas, e con Hamas ancora attiva, è un errore clamoroso”, e su questo sarebbe bello che il ministro degli Esteri Antonio Tajani si facesse un appunto. Bisogna sradicare Hamas nell’interesse dei ragazzi israeliani e palestinesi, e riconoscere oggi uno Stato di Palestina vuol dire darla vinta a quelli che hanno scatenato il pogrom. Quando Macron dichiarò “riconosciamo tutti lo Stato di Palestina”, Hamas ha commentato: “Benissimo, era uno degli obiettivi del 7 ottobre”.
Salvini ha quindi detto no a lasciare che questa banda di canaglie nazi-islamiche, che opprimono anzitutto i palestinesi, conseguano i loro obiettivi. Parole finalmente chiare di fronte alla posizione del “cavalier tentenna” Tajani (mentre il cavaliere Silvio Berlusconi era un saldo amico dello Stato di Israele). E parole diverse anche da una certa recente equivicinanza della premier, che si mostra molto istituzionale e su Israele e Palestina sembra ricalcare un po’ l’atteggiamento di Andreotti. Per fortuna Salvini è stato l’unico nitido: gli uomini liberi stanno con Israele.
Claudio Luppi Di 20 Settembre 2025 alle 11:05
Sottoscrivo ogni parola, anche la punteggiatura.