Festa dell’unità: inclusione fatta a colpi di machete

· 8 Settembre 2025


Cari ascoltatori, se volete una fotografia dello stato penoso in cui versa la sinistra, c’è una scena che dice tutto perché viene dalla Festa dell’Unità, il termometro perfetto per misurarne le condizioni: per dirne una, a Bologna la giunta comunale, che è dei loro, se l’è presa con il totem della festa, le salamelle, perché inquinano. Ma alla festa consorella che si è svolta a Lodi si è andati ben oltre: negli stand democratici allestiti dalle anime belle progressiste s’è scatenata una megarissa tra immigrati.

Tutto è nato all’esterno dello spazio giovani, per un alterco tra un gruppo di costoro e un altro straniero, che a un certo punto ha sfoderato… un machete: i primi hanno reagito rompendo delle bottiglie per usarle come armi, poi al parapiglia si sono aggiunti altri gentiluomini. Ce li vediamo, i giovani democratici pettinati e radical, che si trovano davanti tutta questa gente che baruffa e cerca di accoltellarsi. La rissa è proseguita sulla pista da ballo, e proprio di fronte alla bandiera della pace: è il fermo immagine di tutti i guasti, le illusioni, le follie dell’ideologia inclusivista-arcobaleno e di tutti gli abbagli presi dalla sinistra negli ultimi decenni; ecco dove va a finire il culto dello straniero, dell’altro che arriva da lontano, sempre a discapito di quello che sarebbe il tuo prossimo, il vicino, il cittadino in carne e ossa spesso appartenente ai ceti medio bassi.

Questo irenismo, per cui basta accogliere per andare incontro alle magnifiche sorti e progressive, se è applicato senza alcun criterio, e soprattutto senza tutelare la legge e l’ordine come premessa della convivenza civile e delle libertà di tutti, può anche causare che alla festa dell’unità degli immigrati si accoltellino di fronte alla bandiera della pace. Così celebrando inconsapevolmente l’ennesimo funerale della sinistra politica.


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