Micron addio: passa il tempo a convocare ambasciatori

· 25 Agosto 2025


Cari ascoltatori, pensiamo di lanciare un concorso: quale sarà il prossimo ambasciatore richiamato da Emmanuel Macron-Micron? Il presidente francese sembra entrato in una spirale di convocazione compulsiva dei diplomatici dei Paesi alleati per rimproverarli: dopo quello italiano, che ha dovuto rispondere del fatto che Matteo Salvini si permette di non pensarla come lui sulla guerra russo-ucraina, è toccato all’ambasciatore americano Charles Kushner, che ha anche lui compiuto lo psicoreato di esercitare la libertà d’opinione (libertà che, per inciso, i francesi devono agli Usa dal 1945): in questo caso il motivo è che Kushner ha dichiarato che la Francia non adotta misure sufficienti contro l’antisemitismo, che è la semplice registrazione di un fatto. Da anni i cittadini ebrei se ne vanno dalla Francia, molti dei quali tornano in Israele: meglio un focolaio di guerra che stare lì.

Recentemente Macron-Micron ha dichiarato che la Francia ha intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina, quindi di riconoscere le belve di Hamas che hanno come loro ragion d’essere la cancellazione dello Stato degli ebrei; gli atti di antisemitismo nelle periferie francesi sono in costante aumento, gli stessi servizi segreti hanno più volte lanciato l’allarme sull’islamizzazione strisciante nel Paese. Le prime vittime sarebbero gli ebrei, ma poi seguirebbero i francesi e tutti gli europei.

Ebbene, queste verità nella Francia di Macron-Micron non si possono dire altrimenti si finisce all’Eliseo, al cospetto del piccolo Napoleone, ecco a che punto è arrivata la sindrome bonapartista del presidente. Le Figaro ha spiegato bene questo fenomeno in un editoriale, “Sull’orlo del precipizio”, dove si legge che “il generale de Gaulle si starà rivoltando nella tomba, probabilmente non avrebbe mai immaginato che la Costituzione da lui data alla Francia avrebbe permesso una tale confusione: un Paese bloccato nelle mani dei partiti”. Un sistema presidenziale di democrazia avanzata nelle mani di Macron è diventato un laboratorio di partitocrazia, funzionale solo a tenere fuori dai giochi il vero spettro, cioè Marine Le Pen e il Rassemblement National, che è già il primo partito nel gradimento dei francesi. Dopo la stroncatura amica di Le Monde, arriva è arrivata così quella più pesante di Le Figaro: sono gli stessi giornali francesi a raccontare la totale débâcle del Bonaparte inverosimile.

C’a anche un divertente corollario. In calce al post su Facebook di un articolo di Le Figaro che riportava la querelle con Salvini, i commenti sono tutti di questo tono (ne trovate un’antologia su Il Tempo): “Prima di inviare truppe Emmanuel dovrebbe chiedere il parere del popolo sovrano”; “La probabilità di un attacco russo sul suolo francese è estremamente bassa”, grazie alla Nato di cui Macron-Micron vorrebbe fare a meno; c’è chi evidenzia come la Francia stia “diventando lo zimbello del mondo, o peggio il fanalino di coda”, c’è chi dice che “basta avere una posizione diversa che sei subito vicino al Cremlino”. Insomma, i commenti dei francesi sulla pagina Facebook di Le Figaro danno tutti ragione a Salvini e torto a Macron. Il Bonaparte inverosimile è oltre la frutta, è al dessert: ormai non sa fare altro che convocare compulsivamente ambasciatori all’Eliseo.


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