Pd in vacanza al pride? l’opposizione la fanno i giudici
Giovanni Sallusti · 30 Giugno 2025
Cari ascoltatori, la nuova stella polare delle sinistre e dei resistenti immaginari in lotta contro il fascismo immaginario del governo delle destre si chiama “Ufficio del massimario e del ruolo”. Che cosa è? Un ufficio della Suprema Corte di Cassazione che (citando dal sito) ha il compito istituzionale di effettuare “l’analisi sistematica della giurisprudenza di legittimità, condotta allo scopo di creare le condizioni di un’utile e diffusa informazione (interna ed esterna alla Corte di cassazione), necessaria per il miglior esercizio della funzione nomofilattica”, eccetera. Ora, gli illustri 37 magistrati dell’Ufficio del massimario, come ha scritto oggi Francesco D’Amato su Libero, dovrebbero essere degli eccellenti archivisti interni della Corte di Cassazione.
Invece in questi giorni stanno diventando la punta di un’azione politica di opposizione al governo: un classico dell’estate, data la latitanza dell’opposizione politica con Elly Schlein dispersa in Ungheria per l’assoluta priorità della sinistra italiana, il pride (che fra l’altro si è tenuto, smentendo un’emergenza democratica che era solo nella sua testa). Concentrata sulle sue fisime arcobaleno, peraltro extraterritoriali, l’opposizione è talmente fantasmatica che il vuoto a sinistra è stato ancora una volta riempito (come accade dal 1994) con una certa solerzia da componenti della magistratura, cioè quella che abbiamo chiamato magistratocrazia.
Dunque, il Massimario, come copia-e-incollano tutti i giornaloni sulle prime pagine di oggi, ha prodotto “due schiaffi al governo”. Uno sul decreto sicurezza, architrave di una politica della sicurezza, della legge, della tutela delle libertà richiesta da chi ha votato a maggioranza questo governo: una relazione di 129 pagine ha rilevato criticità di metodo e di merito, ha criticato i requisiti di necessità e di urgenza del decreto sicurezza. Evidentemente chi ha stilato questa relazione dimora in una bolla di privilegio, non in certe strade delle città italiane.
Il Massimario ha criticato “l’estrema disomogeneità dei contenuti” ed è poi entrata anche nel merito: per esempio ha criticato le aggravanti di luogo per i reati commessi nelle immediate vicinanze delle stazioni ferroviarie o delle metropolitane o all’interno dei convogli. Anche in questo caso, probabilmente tutti posti che chi ha steso questa relazione non frequenta, per cui non si capacita. Ha criticato poi il nuovo reato di blocco stradale, una misura che tutela le libertà elementari dei cittadini. Insomma, è abbastanza evidente che la ratio di questa attività del Massimario è soprattutto un’iniziativa politica che critica un provvedimento principe del governo.
E infatti il medesimo Massimario ha criticato addirittura gli sgomberi veloci, cioè quel provvedimento di banale civiltà per cui se qualcuno occupa la casa altrui, un bene altrui, può essere sbattuto fuori in 24 ore, ma che secondo l’Ufficio potrebbe aprire lo spazio “a situazioni di grande disagio sociale, considerato che difficilmente l’occupante obbligato al rilascio potrebbe trovare alloggio in poco tempo”. In pratica, più che Cassazione, è una ong: e infatti è intervenuto anche sulle politiche migratorie del governo, nella fattispecie sul cosiddetto modello Albania, che altri governi europei hanno giudicato interessante.
Secondo gli eccellenti componenti dell’Ufficio del massimario e del ruolo invece non va bene, e così un’altra relazione esprime dubbi di costituzionalità, tirando in ballo il rischio che vengano lesi i diritti dei migranti. Ora, i centri in Albania sono un’azione sicuramente intelligente anche se non sufficiente per contrastare dell’immigrazione clandestina: ma è una decisione che sta tutta nel campo della politica, fra l’altro di una politica fondata sul consenso dei cittadini, di certo non è materia dello stimabilissimo Ufficio del massimario e del ruolo, la nuova stella polare dei compagni italioti.