La rivincita della Brexit!
Giovanni Sallusti · 4 Aprile 2025
Cari ascoltatori, oggi il nostro titolo è “La rivincita della Brexit” perché abbiamo buona memoria. Ci ricordiamo, per esempio, i commenti dei soloni quando il libero popolo britannico scelse di salutare l’Unione europea: quasi a reti e giornali unificati, annunciarono l’apocalisse. Si figurarono un disastroso esodo dei grandi gruppi finanziari ed economici dalla City, e invece è tutto ancora lì e la City gioca un ruolo di primo piano negli equilibri della finanza mondiale. Dissero perfino che nel Regno unito non ci sarebbero stati più medicinali, né cibo nei supermercati.
A qualche anno di distanza, nell’era dei dazi di Trump, succede invece che il Regno Unito si vede assegnato un dazio del 10%, cioè la metà di quelli riservati all’Unione Europea, e ha un ben più ampio margine di trattativa, di interlocuzione con l’alleato (il Regno Unito, non avendo perso la testa, continua a considerare gli Stati Uniti un alleato).
Dunque, uscire dall’Unione Europea non implicava la morte del Paese, anzi ha avuto riflessi positivi, per impostazione culturale e perché questa nazione ha anche mantenuto una sua moneta, la sterlina. Non è difficile mettere in relazione il trattamento riservato dagli Usa alla Gran Bretagna con il fatto che quest’ultima è libera dalla gabbia burocratica europea, dalle tariffe indirette, dai dazi che ci automettiamo, dell’impalcatura di regole, codicilli, impedimenti al libero mercato che sono l’essenza del Soviet europeo, tutte cose che gli americani vedono come una follia.
Il Regno Unito è fuori da tutto questo e anche dalla grande impostura dell’eurosoviet, un grande conglomerato economico con un’unica moneta che è servito soprattutto a mascherare e sostenere il grande surplus commerciale della Germania, la quale, non avendo più il marco, ha così potuto portare avanti la sua aggressiva politica commerciale nascondendosi dietro la moneta unica.
E badate che Kier Starmer è un premier laburista, lontanissimo da Trump su varie politiche sociali, per esempio sull’agenda woke: ma è un leader occidentale fuori dall’eurogabbia, quindi con capacità di relazione. E infatti ha fatto filtrare che non si lancerà in una guerra commerciale con gli Stati Uniti, aprirà una trattativa guidata dall’interesse nazionale: proprio il contrario degli strali di Ursula von der Leyen. Starmner lo può fare perché il Regno Unito è libero dall’eurocrazia. Eccola qui, la rivincita della Brexit.