Trump-Putin, si fa la storia. L’Europa? In piazza con Rep

· 16 Marzo 2025


Cari ascoltatori, in questi giorni ci sono due immagini che danno l’idea dei tempi che stiamo vivendo, dei pesi geopolitici, della serietà (o meno) di certe istanze. Da un lato c’è il tavolo di trattativa per la pace in Ucraina allestito da Donald Trump al quale ieri, fatti salvi tutti i distinguo e le danze diplomatiche che verranno, si è seduto Vladimir Putin. Quel tavolo è un momento epocale, è la storia che si sta facendo in diretta. E l’attore principale è Trump, perché è quello che ha le carte in mano, essendo presidente della superpotenza globale che ha tenuto in piedi l’Ucraina, e l’unico che può premere su Vladimir Putin.

Poi c’è l’Europa, che però al tavolo della storia non c’è: diceva Henry Kissinger “se io devo parlare con l’Europa non ho un numero di telefono”, e il problema è rimasto lo stesso. Se anche avesse il peso di sedersi al tavolo, l’Unione chi avrebbe da mandare? Ursula von der Leyen che legittimazione ha? Rappresenta davvero tutte le istanze europee? Emmanuel Macron è il presidente della potenza militare del continente, ma è già tanto se riesce a legittimarsi in patria.

L’Europa al massimo esiste nella cronachetta di giornata, che sta avendo la sua massima espressione nell’imprescindibile manifestazione lanciata da Michele Serra per domani alle 15, Una piazza per l’Europa, L’Europa siamo noi, Più Europa, confusa anche negli slogan, ma la sostanza è chiara: la bella gente convocata dalle penne di Repubblica si ritrova, non si capisce bene se per alzare la posta bellica o per la pace, se contro la Russia per l’Ucraina oppure il contrario, se a favore del piano di riarmo o no. L’unico comune denominatore è che sono tutti contro Donald Trump, contro l’America, cioè contro il tavolo dove si sta facendo la storia.

E questo accade perché “Europa” è il nome-feticcio di un leviatano, con una burocrazia mostruosa che ha fallito clamorosamente e sta conducendo il continente al suicidio economico con istanze ideologiche come il green deal; e che ha fallito anche dal punto di vista politico perché, appunto, non è mai esistita, il numero di telefono che Kissinger cercava non c’è mai stato. E questi qua, con tutti questi fallimenti, vorrebbero dirci che sarebbero in grado di allestire una deterrenza militare rispetto alle grandi potenze?

Questa serie di nonsense domani sarà animata in piazza, il titolo di oggi è “Da Segre a Jovanotti, messaggi per l’Europa”, buttandola sul pop, mischiando un po’ l’alto e il basso. Nell’elenco della bella gente che sarà presente vediamo la scrittrice Francesca Vecchioni con il papà cantautore Roberto, Lella Costa, Claudio Bisio, Francesco Guccini e Giorgio Armani che ne hanno anche scritto su Rep. Ecco che cos’è l’Europa oggi, una breve in cronaca, qualcosa in più su Repubblica perché è lo sponsor della manifestazione. Ma è un flatus vocis, la rimanenza dei miti cui ancora si aggrappa questo miope salotto, così in ritardo sulla storia che non vede dove la si sta facendo.


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