Per la pace l’Ucraina cederà territori. Ma così rinascerà
Antonino D'Anna · 12 Marzo 2025
In questa puntata di Zoom, faccia a faccia fra Antonino D’Anna e Ugo Poletti, direttore di The Odessa Journal, in cui si analizza la situazione in Ucraina ora che si comincia a sperare in una possibile pace.
“Zelensky è un uomo di palcoscenico, ma probabilmente non ha capito che era su un palcoscenico non suo, che è cambiato il gioco. Parlare a Trump male di Putin non è stata una buona idea: l’ha fatto perché quando parla in pubblico viene ascoltato anche qui in Ucraina e la sua più grossa preoccupazione è non deludere il suo popolo. Dicendo a Trump, noi Putin lo disprezziamo, ha detto agli ucraini non vi preoccupate, non vi tradirò. Il fatto è che dicendo una cosa del genere a Trump, che ha già deciso di parlare con Putin, ha ottenuto solo di irritarlo, e questo è stato un errore madornale che poteva essere evitato. Zelensky doveva studiare meglio la situazione e chiedersi che cosa vuole portare a casa, perché in ogni caso dall’America dipende. Però anche dagli errori possono nascere conseguenze che portano a risultati inaspettatamente interessanti”.
“All’Europa non conviene che l’Ucraina soccomba e sia invasa dalla Russia, perché si troverebbe un’altra decina di milioni di profughi. E poi ricordo che quando c’è stato il blocco dei porti di Odessa sono entrate in crisi molte aziende italiane, soprattutto di allevamento, perché nei mangimi delle aziende agricole italiane, c’è moltissimo mais ucraino, che è quello meno caro”.
“La vittoria ideale è un’Ucraina che rimane libera e può costruirsi, può diventare un Paese prospero, serio, e per questo che dovrà purtroppo perdere dei territori, come accadde alla Finlandia alla fine della Seconda guerra mondiale. La resistenza è stata necessaria, perché oggi Putin sta accettando qualche colloquio, la guerra sta costando troppo e anche loro”.
“L’Ucraina è ricattabile, ma anche la Russia, perché sta esaurendo le sue risorse finanziarie: il blocco di forniture di gas, soprattutto all’Europa, e l’esportazione di petrolio che non è più efficiente, la stanno impoverendo. Stiamo avvicinandoci a una soluzione che scontenterà entrambi: gli ucraini faranno dei sacrifici territoriali, la Russia non potrà dimostrare di aver sbaragliato e conquistato il Paese. Però tra un anno mi immagino questo Paese nel mezzo di un miracolo economico, come è successo in Italia nel dopoguerra”.