Ursula, la guerriera inverosimile

· 11 Marzo 2025


Cari ascoltatori, stasera la guerriera inverosimile Ursula è intervenuta alla plenaria del Parlamento europeo: a dire il vero la parola riarmo, quando è pronunciata da un politico di origini tedesche, solleva sempre una certa inquietudine, ma al di là di questi cortocircuiti storici, la scena che veramente abdica a ogni minima verosimiglianza è che la paladina del green deal, delle case verdi, del ripristino della natura e delle emissioni zero entro il 2030, è diventata improvvisamente la paladina del riarmo, del complesso industriale-militare europeo. Dire “torniamo a produrre armi, facciamo dell’Unione Europea una potenza militare” sta fra la farsa e la tragedia per questa Unione che non è riuscita nemmeno a diventare una potenza politica.

E invece la von der Leyen ha messo l’elmetto e ha parlato da generalessa del Continente: “Dopo la fine della Guerra fredda, alcuni credevano che la Russia potesse essere integrata nell’architettura economica e di sicurezza dell’Europa, mentre altri speravano di poter contare indefinitamente sulla piena protezione dell’America. E così, abbiamo abbassato la guardia. Abbiamo tagliato la nostra spesa per la difesa da una
media di routine di oltre il 3,5% (del Pil, ndr) a meno della metà”.

Questo, però, è l’esito di politiche decennali condotte da leadership europee miopi, oligarchie in cui proprio Ursula ha sempre ricoperto ruoli chiave. Questa politica è figlia dell’impostazione che lei ha sostenuto fino all’altro ieri, è il grande abbaglio per cui si poteva coltivare un “appeasement” mercantilista con Vladimir Putin nella meccanica cliente-fornitore: dandogli le chiavi energetiche dell’Europa ha pensato che questo rapporto commerciale potesse tacitare il rigurgito imperialista tardo-sovietico che guida l’azione di Putin, e dall’altro versante le consentisse di cullarsi nell’illusione irenista e adolescenziale per cui alla difesa e alla deterrenza ci avrebbe pensato l’America, nello specifico il contribuente americano.

Ebbene, Putin non era solo un commerciante di gas, e il contribuente americano si è rotto le palle di provvedere da solo alla difesa dell’altra metà dell’Alleanza atlantica, mentre la von der Leyen seguiva le sue politiche ecoambientaliste ed ecotalebane, socialiste, dirigiste, di appesantimento del welfare. Ursula ha giocato un ruolo di primo piano propinandoci questa illusione come fosse la ricetta per il benessere fino all’altro ieri, anzi fino a mezz’ora fa: quindi è l’ultima persona che chiameremmo per impostare una cura, perché è parte della malattia.

Non solo: quando si va ad articolare il piano di riarmo, vien fuori che gran parte graverebbe sugli Stati membri, che dovrebbero mobilitare fino a 650 miliardi di euro nei prossimi 4 anni, aggiungendo l’1,5% del Pil ai loro bilanci della difesa: un megasforzo allo scopo di darne le chiavi a lei e agli euro-oligarchi. Con quale legittimità, con quali interessi? E come si fa a comporre un’armonia tra 27 filiere di comando, tra 27 interessi geopolitici diversi (per esempio, quelli della Francia non sono i nostri)? Come lo si gestisce questo fiume di denaro, lo si dà agli eurocrati? E poi quale linea guiderà la loro politica di difesa? Temiamo non farà l’interesse ai cittadini italiani.

Dopodiché Ursula ha nominato un nuovo fantasmagorico strumento finanziario costruttivista, il Safe, Security Action For Europe: fino a 150 miliardi di euro in prestiti per gli Stati membri, da investire seguendo alcuni principi base e che poi andranno restituiti. Una specie di Mes: ma perché i Paesi membri dovrebbero contrarre questo prestito nell’interesse dell’eurodifesa? È una vecchia logica replicata in un nuovo mondo: già si è rivelata inefficace sulle politiche economiche e industriali, non può funzionare neanche sulla difesa.

Ma soprattutto è sbagliato il concetto: bisogna piuttosto rinforzare le difese nazionali, le capacità di deterrenza degli Stati, la loro credibilità militare, ed è quello che Donald Trump chiede da dieci anni. Lor signori ci sono arrivati, ma ancora strabici: va rinforzata la difesa degli Stati nazionali che hanno interessi coerenti, filiera di comando e capacità operative coerenti, non armare l’eurocrazia. In mezzo c’è un abisso; e no, la signora Ursula non è una guerriera verosimile.


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