Se su Musk Forza Italia si traveste da Pd

· 10 Marzo 2025


Cari ascoltatori, dev’esserci un virus altamente contagioso nel dibattito politico, se anche Forza Italia su Elon Musk cade nella sindrome dell’uomo nero, dell’apprendista stregone delle democrazie. Già stamattina ci eravamo svegliati con i giornali che praticano il capovolgimento della realtà: colui che sta tenendo in piedi l’Ucraina col suo sistema satellitare Starlink sarebbe un nemico dell’Ucraina medesima, per cui secondo le sinistre e il mainstream non ci si può fidare e il governo italiano dovrebbe guardarsi dall’andare in fondo con l’accordo e affidargli le infrastrutture strategiche e i dati della sicurezza nazionale.

Ma oggi pomeriggio abbiamo dovuto prendere atto che questa manfrina sta diventando anche la retorica di Forza Italia, che è un partito di governo. Infatti il portavoce del partito, Raffaele Nevi, quindi non l’ultimissimo arrivato, ha sentito il bisogno di intervenire per giudicare l’operazione che garantirebbe all’Italia il sistema satellitare di gran lunga più all’avanguardia. Raffaele Nevi ci ha tenuto a specificare che si tratta di una scelta che riguarda la sicurezza nazionale dei dati ed è necessaria un’attenta analisi costi-benefici: un’ovvietà di cui immaginiamo che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia consapevole anche senza il contributo di Nevi. Il quale ha comunque aggiunto che sono scelte che “non vanno prese con l’emotività della politica”, cioè non vanno fatte in base all’amicizia con Musk.

Registriamo dunque il fatto che Nevi ci tenga a distinguersi e a segnalarsi come colonna argomentativa degli argomenti del Pd nel governo di centrodestra, però ci terremmo a ricordargli che oggi non esiste alcun sistema in grado di pareggiare le performance del sistema Starlink, e che Elon Musk ha portato una straordinaria rivoluzione nella tecnologia satellitare: i vecchi satelliti geostazionari operano a più di 30mila km dalla Terra, quelli di Musk a circa 500 km. E in Europa non sono in campo ipotesi alternative credibili e realizzabili in tempi ragionevoli: il sistema Iris 2 nella migliore delle ipotesi non sarà pronto prima del 2030, euroburocrazia permettendo.

Musk al momento ha in orbita più di 7.600 satelliti di ultima generazione. Copre ogni anfratto delle comunicazioni ed è il motivo per cui è fondamentale il suo sostegno all’Ucraina. Neppure i cinesi hanno altre soluzioni efficaci, sebbene stiano lavorando per compensare il gap, essendo più reattivi dell’euroburocrazia. Ma le cose non cambierebbero comunque: vogliamo sperare che, tra affidare i dati della sicurezza nazionale in mano a SpaceX dell’alleato americano o a un’azienda propaggine del partito comunista cinese, Raffaele Nevi preferirebbe la prima opzione.

Non vorremmo che Forza Italia, partito storicamente atlantista, stesse cadendo nella trappola retorica per cui Trump, Musk e i repubblicani, avendo vinto, ora sono i cowboy cattivi. Non lo crediamo, e per questo confidiamo che domani non ci imbatteremo in un’ennesima dichiarazione pseudo-piddina da parte di qualche suo importante esponente.


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