Pace in Ucraina e pace fiscale: è il centrodestra
Giovanni Sallusti · 6 Marzo 2025
Cari ascoltatori, stanno destando scalpore le due parole d’ordine con cui la Lega, per questo weekend dell’8 e del 9 marzo, ha organizzato una manifestazione politica, come ogni partito ha il diritto e il dovere di fare in una democrazia sana. I due temi, terribili a quanto apprendiamo dal mainstream, sono la pace in Ucraina e la pace fiscale, due direzioni programmatiche e valoriali di fondo per il centrodestra.
Pace in Ucraina significa anzitutto, come membri dell’Alleanza Atlantica e del mondo occidentale, appoggiare l’iniziativa negoziale portata avanti da Donald Trump: sul campo la situazione è in stallo, Vladimir Putin non è riuscito ad annettere l’Ucraina ma la Russia ha più uomini e più risorse da gettare nel tritacarne. Nel frattempo, la priorità geopolitica dell’amministrazione americana è la Cina: sulla guerra commerciale la temperatura sta salendo, anche a causa delle aggressive dichiarazioni del ministro degli Esteri cinese. Poi c’è la questione del Medio Oriente, con la minaccia ultimativa di Trump a Hamas sugli ostaggi.
Il secondo tema è la pace fiscale: per una coalizione che nasce sul concetto della rivoluzione liberale, è un atto dovuto rispetto al proprio elettorato: parliamo della massa di micro-cartelle che preoccupa almeno una decina di milioni di italiani, in gran parte artigiani, piccole partite Iva, piccoli imprenditori e commercianti che non sono riusciti a pagare le tasse sulle cifre che avevano dichiarato: quindi non siamo nel campo dell’evasione, ma dell’impossibilità a pagare, a volte a causa di danni dovuti alle crisi, per esempio il trascinamento del covid o le politiche folli del lockdown economico a oltranza del governo giallorosso. Si tratta allora di prevedere una pace fiscale che permetta allo Stato di recuperare quello che è possibile, perché l’alternativa è zero; e che dia modo a questi lavoratori, che sono italiani onesti, di rientrare in un rapporto equilibrato e non vessatorio con il fisco.
Sono due sacrosante iniziative da normale partito di centrodestra per un normale weekend di politica, in un caso estera e nell’altro interna: quindi lo scalpore che lorsignori stanno sollevando è ancora una volta farlocco.