Macron rassegnati: non moriremo macroniani
Giovanni Sallusti · 6 Marzo 2025
Cari ascoltatori, rassicuratevi, non moriremo sudditi di Macron, non moriremo macroniani. Lo diciamo perché è impossibile non registrare che il Bonaparte inverosimile dell’Eliseo stia tentando di sfruttare la crisi russo-ucraina e il momento di confusione, soprattutto europeo – perché oltre Atlantico hanno le idee abbastanza chiare – per recuperare una parvenza di presentabilità in patria, visto che al momento ha un indice di gradimento bassissimo e si tiene appeso a governicchi messi insieme in laboratorio, senza un baricentro politico.
Macron probabilmente sta cullando il sogno di candidarsi a imperatore del continente, perché nel suo discorso televisivo di ieri alla nazione ha esordito dicendo che l’avvenire dell’Europa non può essere deciso a Washington o a Mosca; qualcuno però dovrebbe ricordargli che, nell’ultima Guerra mondiale, se l’Europa avesse seguito la Francia oggi sarebbe un protettorato del Terzo Reich, il quale fu sconfitto dall’alleanza tra Washington e Mosca.
“Abbiamo cambiato era, c’è uno sconvolgimento dell’ordine mondiale di fronte al quale sarebbe folle rimanere spettatori”, e infatti Macron vorrebbe proprio infilarsi in questo “sconvolgimento dell’ordine mondiale” per incoronarsi leader continentale: lancia un appello alla mobilitazione, e soprattutto dice “speriamo che gli Usa restino dalla nostra parte ma dobbiamo essere pronti se non lo faranno”: in pratica spinge in là l’America e ventila di mettere sul tavolo, al suo posto, l’ombrello atomico francese, che è l’unico in Europa, ma con un arsenale che non si avvicina nemmeno a quello russo.
Questo è quello che Ursula von der Leyen evoca quando parla di difesa comune europea, e quindi è anche chiaro chi dovrebbe comandarla, l’unica potenza nucleare del continente. A questo si riduce tutto il dibattito: sostanzialmente i soldati italiani prenderebbero ordini dai generali francesi e l’Italia e gli altri Paesi dell’Unione sarebbero governati militarmente dalla Francia. È l’obiettivo di Macron, che infatti, a proposito della “coalizione di volonterosi” da schierare in Ucraina una volta raggiunto l’accordo, ha ipotizzato una riunione, immaginiamo all’Eliseo, dei capi di Stato maggiore dei Paesi che accetteranno di farne parte, nella sostanza come Paesi vassalli.
Diverso è l’atteggiamento di Kier Starmer, il quale sarà anche un grigio laburista, ma sta tentando di tenere vivo il legame transatlantico che ci ha garantito 80 anni di pace: non è stata la Ue, ma l’ombrello americano, che è bene resti aperto. Quindi non ci faremo turlupinare dal bonapartino francese, fra l’altro assai cinico nello sfruttare il dramma ucraino: non abbiamo intenzione di morire da francesi di serie B, da sudditi di Macron, men che meno saremo mai macroniani.