Zelensky torna da Trump: giornaloni sbugiardati

· 4 Marzo 2025


Cari ascoltatori, potete prendere i quintali di carta prodotti dai giornaloni negli ultimi giorni, il 99 per cento delle analisi, dei commenti, delle opinioni, dei pensosi editoriali sulla guerra in Ucraina e lanciarli dalla finestra. Noi ci pregiamo, nel nostro piccolissimo, di essere nell’uno per cento che non ha preso il medesimo abbaglio ideologico: i media mainstream ci hanno raccontato per giorni il canovaccio di fantastoria secondo il quale Volodymyr Zelensky stava diventando l’eroe della riscossa europea contro i nuovi cattivi, cioè Vladimir Putin e Donald Trump: cioè un autocrate figlio del Kgb che ha invaso un Paese sovrano era stato messo sullo stesso piano del presidente degli Stati Uniti. Secondo questa stramba teoria Zelensky alla Casa Bianca aveva tenuto la schiena dritta e così aveva rinverdito le magnifiche sorti e progressive dell’Europa, che avrebbe rinunciato al legame con gli Stati Uniti e pensato lei da sola alla sua difesa e a quella dell’Ucraina.

A rottamare questa narrazione farlocca ci ha pensato lo stesso Zelensky, che stasera ha rilasciato dichiarazioni, postate anche sul suo profilo X, che smentiscono i soloni degli ultimi giorni: “Siamo pronti a firmare un accordo sui minerali in qualsiasi momento e ogni format conveniente”. L’accordo è un format conveniente perché, come ha fatto capire Trump e ha praticamente detto il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, avere personale americano che lavora sul territorio ucraino all’estrazione di queste terre rare è la miglior forma di garanzia: Putin, se volesse riprovarci, dovrebbe attaccare il personale e gli interessi americani. Zelensky l’ha capito e si è dichiarato pronto a firmare l’accordo che salva il suo Paese e ne tutela una buona quota di territorio e sovranità.

“Vorrei ribadire l’impegno dell’Ucraina per la pace. L’Ucraina è pronta a sedersi al tavolo delle trattative prima possibile per avvicinarsi a una pace duratura. Il mio team e io siamo pronti a lavorare sotto la forte leadership del presidente Trump”. È la disfatta dei soloni mainstream, l’esatto contrario di quel che avevano raccontato quando assicuravano che Zelensky avrebbe compattato l’Europa senza Trump, o addirittura contro.

Lo Zelensky di oggi è molto più lucido dello Zelensky visto nello studio ovale, e ipotizza dei primi passi con la Russia: scambio di prigionieri, tregua in cielo e in mare. Su X ha ribadito: “Vorremmo che la cooperazione e la comunicazione future fossero costruttive e ricordiamo il momento in cui le cose sono cambiate, quando il presidente Trump ha fornito all’Ucraina i missili Javelin: ne siamo grati”. I Javelin, forniti da Trump alla fine del suo primo mandato, sono una delle principali ragioni tecnico-militari per cui l’Ucraina ha retto l’urto del secondo esercito del mondo.

Quindi buttate via tutto quel che avete letto e sentito negli ultimi giorni e ascoltate lo Zelensky di oggi, il quale ha anche ammesso che l’incontro alla Casa Bianca è andato male ed è pronto a riparare, perché le carte non le hanno in mano Starmer o Macron, le ha Trump. Anzi, lo stesso Starmer ha bloccato subito le velleità bonapartiste di Macron, dicendo che il lavoro da fare a tutela dell’Ucraina era con Trump, anche con uomini del Regno Unito a garanzia della pace, ma sempre in coordinamento con gli Usa.

Avete capito il segreto? Per capire come stanno le cose, dovete leggere le analisi mainstream, poi capovolgerle: e avrete la verità.


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