Luigi Mascheroni: gli ultimi colpi di coda del delirio woke
Giovanni Sallusti · 2 Marzo 2025
A “Parlando liberaMente”, la nostra intervista settimanale con i protagonisti dell’attualità, della politica, del giornalismo, Giovanni Sallusti discute con l’editorialista del Giornale Luigi Mascheroni della contemporaneità: le sfuriate (forse) residue del politicamente corretto, le sue contraddizioni e assurdità, il declino dell’ideologia woke dopo l’elezione alla Casa Bianca di Donald Trump.
“Elly Schlein? l’hanno sempre definita fluida, oppure arcobaleno, invece per la malcapitata leader di Afd Alice Weidel senza alcuna preoccupazione l’aggettivo è stato lesbica. Che volendo poteva sembrare un modo più incisivo per sottolineare l’apparente contraddizione che la leader di un partito di destra potesse essere omosessuale, ma tra le righe si coglieva una sorta di disprezzo, di astio. È il solito meccanismo, se un politico è di sinistra prevale il linguisticamente corretto, se è di destra il contrario: la lingua e le parole in questo caso sono veramente indicative di un mondo e di uno schema di pensiero molto chiaro”.
“A proposito dell’exploit tedesco di Afd, un noto conduttore di Mediaset ha usato più volte – in maniera non solo sfacciata e molto ideologicamente orientata, ma anche scorretta, con una leggerezza disarmante – il termine nazista. E non rivolgendolo ai leader e ai politici del partito tedesco, che già sarebbe eccessivo, ma a coloro che l’hanno votato. Quindi un quinto degli elettori tedeschi, il 20%, è nazista, neonazista, non elettori di un partito di destra o di destra-destra o di estrema-destra. E tutto detto con sfrontatezza, senza alcun rispetto né per la parola, né per la tragedia reale del nazismo, né per il risultato di elezioni democratiche, né per una fetta consistente del 20% degli elettori tedeschi”.
“In Puglia c’è un caso Sangiuliano/2, ma dato che è di sinistra nessuno si sogna di parlarne. Sono praticamente identici: c’è l’uomo di potere che si porta in giro la signora di riferimento, ci sono cene e viaggi, molto probabilmente non c’è reato da nessuna parte, anche se nel caso della Regione Puglia c’è qualche sospetto in più, per un un viaggio forse pagato con soldi dello Stato; comunque non è che cambi molto, ci sono cene offerte, c’è la promessa di un incarico, nel caso pugliese una sorta di ambasciatrice pugliese nel mondo, che poi non viene mantenuta, anche in questo caso legittimamente: il politico, fino a che una nomina non viene validata, ha tutto il diritto, se riscontra che non ci sono le caratteristiche necessarie, di non firmare un incarico promesso magari verbalmente. E poi c’è in entrambi i casi la vendetta della donna che si sente usata e che minaccia, fa uscire la notizia, scatena lo scandalo; ci sono chat, messaggi salvati che possono essere utilizzati per minacciare o per ricattare. Nel caso di Sangiuliano è stata una caccia all’uomo devastante, vergognosa, durata settimane, fino a costringere alle dimissioni un ministro senza che ci fosse alcun reato. Ed è impressionante che un giorno il Corriere della Sera sia arrivato a dedicargli otto pagine, mentre per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, due anni prima, ne erano state fatte sei”.
“Fa un po’ sorridere che a Salò sia stata votata la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini che risale al 1923, e negli stessi giorni a Ischia, dove in onore di Vladimir Lenin, l’ideatore della rivoluzione bolscevica e ispiratore dell’impero comunista, che era passato da Ischia nel 1910, sia stata posta una targa commemorativa fuori dal Museo archeologico. In entrambi i casi con la stressa motivazione: attirare il turismo… Credo che il retropensiero sia che da una parte c’era un’idea cattiva, dall’altra un’idea buona diventata cattiva: e questo basta per dare un differente giudizio morale sulle due ideologie”.
“Le grandi aziende iniziano a capire che spingere sul woke non paga, ci sono stati tanti fallimenti: in America tutto ciò comincia a essere messo in discussione non per una questione di idee, ma per una questione di soldi. Da noi l’ondata woke è arrivata dopo e quindi persiste un po’ di più. Certo è che bisogna liberarsi di questa sudditanza psicologica, ideologica, morale e non avere paura, senza ovviamente scivolare nell’estremo opposto”.
“Io rivendico il diritto, da giornalista e da cittadino, di poter usare le parole, i pensieri, i versi delle poesie o delle canzoni, le opere d’arte, che ritengo migliori per veicolare il mio pensiero, la mia opinione. Questo è fondamentale, c’è solo un limite, quello della diffamazione, e poco altro. Dopodiché ci deve essere una libertà assoluta, nessuno mi deve dire che parole posso usare, che canzoni posso cantare, che vignette posso fare e che opere d’arte devo esporre”.