Torna il nucleare, sicuro e pulito. Gretini, addio
Giovanni Sallusti · 28 Febbraio 2025
Cari ascoltatori, oggi dal Consiglio dei ministri odierni è uscita una buona notizia, l’atteso e necessario provvedimento sull’emergenza bollette: 1,8 miliardi per le famiglie, 1,2 miliardi per le imprese, e le famiglie in maggiore difficoltà arriveranno a usufruire di un bonus complessivo di 500 euro mensili. E c’è anche un’ottima notizia sul futuro, su una visione del Paese che una nazione occidentale avanzata deve avere: sempre in Consiglio dei ministri è stata approvata la legge-delega che incardina il percorso verso lo sfruttamento dell’energia nucleare, sicura e pulita, di ultima generazione: un passaggio epocale e la fine di un grande equivoco che aveva assunto i connotati della crociata ideologica, quella battaglia dissennata che unisce al no a priori ai combustibili fossili e il no a priori all’energia nucleare per ridurre la dipendenza dal fossile. Il solito rito dell’ambientalismo estremista, dedito solo alla distruzione, alla spinta verso il declino e l’abisso economico, senza aprirsi mai a prospettive di sviluppo.
Ebbene, questa legge delega riporta l’Italia nella modernità (molti Paesi confinanti usufruiscono dell’energia nucleare di ultima generazione): si tratta di un progetto all’avanguardia che implica la mappatura delle vecchie centrali, un piano di smaltimento dei rifiuti e uno sullo sviluppo e la ricerca, e un’autorità indipendente che certifichi la qualità delle nuove centrali. Insomma, è un piano economico, industriale, ma anche di visione ambientale.
Così non solo è stato mantenuto un impegno elettorale preso dal centrodestra, ma è stata aperta la strada a un progresso autentico e non al progressismo ideologico: è un segno di buon governo e anche della fine culturale del gretinismo, di questo passatempo per privilegiati che si ritrovano il venerdì a fare la manifestazione contro il carbonfossile, il sabato quella contro il nucleare e la domenica vanno a pranzo a casa di papà, una scampagnata adolescenziale che oggi mostra tutto il suo anacronismo.
Riaprire la stagione del nucleare significa lasciarsi alle spalle questi tabù, tenendo comunque presente la questione ambientale, ma senza farne un feticcio parareligioso, come avveniva nelle punte più deliranti del gretinismo. E dimostra che l’esigenza di sostenibilità può non mortificare lo sviluppo, anzi lo deve esaltare. Quindi, viva il ritorno del nucleare.