Ma allora si può andare da Trump senza Ue!
Giovanni Sallusti · 28 Febbraio 2025
Cari ascoltatori, poiché l’ipocrisia del mainstream ha una sua coerenza, ci salta all’occhio una nuova contraddizione che riguarda uno dei suoi idoli, il Bonaparte in sedicesimo Emmanuel Macron. Il presidente francese a un certo punto si è reso conto dell’involontaria comicità dei suoi inverosimili controvertici sull’Ucraina in contrapposizione all’iniziativa negoziale di Donald Trump, così ha fatto la cosa più ovvia: è andato a Washington per parlare col presidente degli Stati Uniti a rappresentare gli interessi nazionali del suo Paese.
Questa azione, che in un mondo normale è un’ovvietà, è stata celebrata sui giornaloni a pagine, tg e pensosi commenti unificati, negli stessi giorni in cui il medesimo mainstream sui medesimi media ammoniva che l’Europa deve stare unita, che bisogna trattare con Trump come Unione Europea e guai a dialogare con lui come Stato nazione. Ora, ci figuriamo quante speranze possono avere i burocrati di Bruxelles al tavolo con Trump o con Marco Rubio.
La sostanza, insomma, è che prima ci somministrano il dogma del “vietato disunirsi”, fra l’altro come se l’Europa unita avesse regalato grandi performance sul dossier ucraino, per non dire su se stessa (per esempio il masochismo demenziale del green deal); poi Macron fa il contrario, va da Trump per fare gli interessi della Francia e viene presentato come un leader illuminato all’altezza delle sfide contemporanee.
Ora, è chiaro che questa gloriosa narrazione è piena fantascienza: passando dai controvertici all’incontro a Washington, Macron ha fatto un’inversione a U di lucido realismo, ma ha semplicemente cominciato a seguire una strada già tracciata dall’Italia, che ha costruito un rapporto preferenziale con l’amministrazione americana, con il presidente e con Elon Musk. Solo che se lo fa Macron va bene, se lo fa l’Italia invece no, è una bestemmia: un caso, di nuovo masochistico, di chiara esterofilia, anzi francofilia.
Ovviamente l’Italia deve continuare nella coerenza di queste relazioni ed evitare autogol. Ci riferiamo al voto sul ddl Spazio, di cui si è lamentato il referente di Musk in Italia, Andrea Stroppa: da parte di Fratelli d’Italia c’è stata una strana convergenza con il Pd su alcuni emendamenti dichiaratamente anti-Musk. Non dimentichiamo che il sistema satellitare a bassa quota di Musk è una rivoluzione tecnologica da tenerci stretta, nell’interesse della sicurezza e della difesa nazionale.
Il rapporto preferenziale con gli Usa va presidiato, così come la libertà di trattare come Stato nazione, e questa posizione va mantenuta, come sta facendo il ministro Matteo Salvini, anche di fronte ad alcuni retroscena secondo i quali Giorgia Meloni avrebbe detto che per senso di responsabilità è meglio trattare tutti insieme.
Secondo noi, per senso di responsabilità è meglio trattare con gli Usa come Italia nell’interesse degli italiani: tant’è che in queste ore, anche su iniziativa della premier, è all’esame la fattibilità di aumentare le spese italiane per la Nato al 2,5 per cento del Pil. Quindi, non facciamoci prendere in giro: non è che se Macron parla con Trump risulta un genio ma se lo facciamo noi (da prima) siamo sotto schiaffo della Ue. Manteniamo indipendenti da Bruxelles le nostre relazioni internazionali, senza complessi, e facciamo il nostro interesse, quello degli italiani.