Sanità lombarda settima in Italia? Ma dai…

Cari ascoltatori, da osservatori, ma anche da cittadini lombardi, ci è difficile non dare ragione al presidente Attilio Fontana, rimasto basito per la classifica delle sanità regionali elaborata dal Ministero della Salute che ha fatto fare un incredibile balzo indietro alla Lombardia, piazzandola al settimo posto tra le Regioni d’Italia. Il punto che è nella realtà è dura trovare sei Regioni con una sanità migliore di quella lombarda.

Una cartina di tornasole è che quasi contemporaneamente ne è uscita una di Newsweek, secondo la quale il Niguarda è il miglior ospedale del Paese e cinque dei primi dieci ospedali italiani sono lombardi. Fontana ha osservato che la classifica ministeriale contempla codici burocratici e perifrasi tecnicistiche incomprensibili, mentre quella di Newsweek è dichiaratamente basata sulla pratica ospedaliera. Al di là di questo, c’è un dato empirico, aritmetico che salta all’occhio: ogni anno circa 165 mila italiani arrivano da altre regioni per usufruire di prestazioni sanitarie in Lombardia, un esodo sanitario che non ha paragoni altrove.

O si tratta di una massa di allocchi masochisti, presi all’amo dalla malvagia sanità privata (fra l’altro Niguarda non è privato, quindi sarebbe fuorviante anche l’associazione sanità lombarda-sanità privata), oppure è semplicemente gente che usa la testa e per tutelare la propria salute decide di andare in Lombardia. Non è una questione né politica né campanilistica: di fronte a questi dati nessuno che sia onesto intellettualmente può pensare che quella lombarda sia la settima sanità italiana. Forse il presidente Fontana ha sbagliato solo a prendersela, perché ci sarebbe da ridere.

Scegliete voi: ci sono i codicilli ministeriali e poi ci sono 165 mila persone fuori regione che per occuparsi della loro salute, che è la preoccupazione più importante, hanno scelto la Lombardia. Che cosa conta di più? Il resto, citiamo il presidente Fontana, “sono tutte, se posso usare un termine giuridico, puttanate”.