Cambia il mondo, ma Elly e Conte parlano di borsette
Giovanni Sallusti · 26 Febbraio 2025
Cari ascoltatori, l’opposizione italiana è davvero un ectoplasma, altro che campolargo: neanche loro lo chiamano più così, non ci credono più. Esiste invece una non-opposizione, meglio ancora un’opposizione jukebox: alla mattina si svegliano e mettono su il disco della richiesta di dimissioni per un ministro, anche due alla volta, come ieri per Carlo Nordio e Daniela Santanché.
Si badi bene: non stiamo mettendo in discussione il diritto, anzi il dovere politico dell’opposizione di incalzare il governo e il suo operato, nell’insieme o sui singoli ministri. Ma il povero ex campolargo fa solo questo, mettere una moneta e far partire il disco, con l’aggiunta di narrazioni bizzarre: per esempio, ieri l’argomento che ha tenuto banco nel dibattito parlamentare sono state le borsette della Santanchè.
Capirete che diventa perlomeno straniante: mentre Donald Trump sta cambiando il paradigma della geopolitica, mentre si lavora alla soluzione dei dossier incancreniti di Ucraina e Medio Oriente, mentre è sempre più chiara la grande sfida che il mondo libero deve affrontare, quella con la Cina comunista, e certezze decennali vengono messe in discussione, la nostra sgarruppata sinistra che cosa fa? Si accanisce sulle borsette di Daniela Santanchè: perché quello è stato il momento culminante del discorso di Elly Schlein elaborato dal pensatoio di consulenti alla sede del Nazareno. Per di più con deliziosa rima: “La ministra del falso è qui a occuparsi di borsette, ma chi difende gli italiani dalle bollette?” Un perfetto slogan da occupazione liceale con assemblea radical chic, che è poi esattamente il format del principale partito di opposizione e della stessa Elly, capoclasse delle ztl.
Ovviamente l’argomento serio c’era, le grane giudiziarie in cui è coinvolta la ministra del Turismo, ma noi che siamo inguaribili garantisti continuiamo a pensare che la presunzione di non colpevolezza valga per chiunque fino al terzo grado di giudizio, e che al limite si possano porre questioni di opportunità. Ma per questo è surreale l’attacco alle borsette, quando per di più fuori dalla porta il mondo sta cambiando: l’opposizione italiana si schiaccia sulle borsette perché sulle questioni dirimenti, epocali che sono sul tavolo non produce uno straccio di visione, men che meno comune: la Schlein si è limitata a dire che l’iniziativa del negoziato imbastito da Trump è sbagliata, e che se al governo ci fosse lei gli Usa non sarebbero nostri alleati: il che è una miope bestemmia politica, perché sul piano istituzionale il legame transatlantico è un asse fondamentale, non importa chi governa alla Casa Bianca.
Ma Elly arriva dritta dall’assemblea del liceo e la butta sulla retorica della libertà dell’Ucraina da difendere, per poi inorridire sull’ipotesi di aumentare le spese militari come una vecchia hippie, capirai che spavento per Valdimir Putin. Giuseppe Conte è anche peggio, più che avvocato del popolo è l’avvocato della Repubblica popolare cinese: ha rimproverato il governo italiano perché è uscito dalla Via della seta, lo strumento con cui Pechino vorrebbe imporre la sua egemonia. Per Conte era intelligente stare da quella parte e questo dice tutto.
Un’opposizione così, dedita alla critica delle borsette della Santanchè, non ha alcuna credibilità né in casa nostra né internazionale: anzi, è così insignificante che oggi a darle attenzione le abbiamo perfino fatto un favore.