I voltafaccia di De Pascale: no autonomia, sì più tasse

· 25 Febbraio 2025


In questa puntata di “Regioniamoci sopra”, la nostra rubrica che si occupa dei temi che riguardano l’autonomia differenziata, Giuliano Zulin spiega le politiche assurde del nuovo presidente della Regione Emilia Romagna: Michele De Pascale, Pd, ex sindaco di Ravenna, ha ritirato la proposta di accordo per l’autonomia differenziata che era stata presentata nel 2018 dal suo predecessore, Stefano Bonaccini, oggi europarlamentare del Pd, che con la vicepresidente Elly Schlein aveva portato avanti la trattativa per ottenere fino a 15 materie sulle 23 disponibili. Una battaglia sostenuta insieme con il presidente della Lombardia Attilio Fontana e con il presidente del Veneto Luca Zaia proprio per l’attuazione di quello che c’è scritto nella Costituzione, fino al 2022, perché poi le elezioni sono state vinte dal centrodestra e abbiamo visto come è andata: il centrodestra, con la Lega in testa, dice sì all’autonomia e subito la sinistra cambia idea e dice no.

Non solo: De Pascale ha detto che che l’autonomia differenziata viaggia su un binario morto e piuttosto servirebbe un tavolo per la riforma del Titolo quinto, quella parte della Costituzione che tratta proprio la maggiore autonomia di gestione delle risorse e delle competenze da parte delle Regioni. Riforma già attuata nel 2001 proprio dal partito di De Pascale e in seguito confermata da due referendum di diversa natura: il primo confermativo della riforma e il secondo del 2016, abrogativo, voluto da Matteo Renzi, che perse.

De Pascale non si è fermato qui: proprio lui che, quando nel 2018 divenne da sindaco di Ravenna presidente dell’Anci, promuoveva la sburocratizzazione, l’autonomia fiscale e il sostegno al regionalismo, oggi nel bilancio 2025 della Regione ha infilato una serie di aggravi fiscali: aumento dell’addizionale Irpef per i due scaglioni di reddito sopra i 28mila euro (insomma non i miliardari), introduzione del ticket anche sulla farmaceutica e aumento del 10% del bollo e dell’Irap. Imposte che hanno mosso le preoccupazione Confederazione nazionale dell’artigianato, molto influente in Emilia Romagna, per l’impatto su imprese, professionisti e cittadini. E tutto questo per che cosa? Per realizzare circa 300 milioni di euro l’anno: proprio la stessa cifra che si sarebbe incassata con il residuo fiscale, se fosse stata attuata l’autonomia differenziata.

 

 


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