Ancora grande coalizione: Germania masochista!

· 25 Febbraio 2025


Cari ascoltatori, in queste ore ci stanno narrando che il dramma della Germania sono i neonazisti alle porte, perché un quinto della popolazione tedesca si è svegliata neonazista e ha votato Afd: è quindi scattata immediatamente la retorica del cordone sanitario da allestire contro il secondo partito di Germania. Quest’idea di medicalizzare il dissenso è una vecchia figura retorica dello stalinismo, eppure la narrazione che il dissidente sia uno che ha un problema clinico è stata tranquillamente sdoganata dai giornaloni pensosi e dai progressisti nostrani. Di fronte a questo bailamme che scomoda la tragedia suprema del Novecento, il nazismo e tutto quello che significa, invece noi ci appendiamo a due elementi di cronaca che fotografano la realtà tedesca del 2025 e che viaggiano su due direttrici fondamentali dei nostri tempi: la questione dell’economia e la questione dell’immigrazione e della sicurezza delle nostre città.

Fronte economico: nel quarto trimestre del 2024 il prodotto interno lordo della Germania è sceso dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente, con un -0,4 annuale della ormai ex locomotiva d’Europa. Questa performance negativa si unisce ad altre ancora peggiori: nello scorso dicembre la produzione industriale è precipitata del 2,4 per cento, raggiungendo il livello più basso dal maggio 2020, in piena tempesta covid. Nell’automotive, settore strategico della più grande economia d’Europa, a dicembre il crollo è stato del 10 per cento, e colossi come Continental e Volkswagen hanno annunciato piani di licenziamento e dismissioni di impianti in patria, una disfatta, anche simbolica per lo spirito tedesco. E se l’Unione europea, la cui Commissione è curiosamente guidata da una presidente tedesca, ma affezionata più ai dogmi globalisti che alle sua regione natale, continuerà con follie ideologiche come il green deal, questa crisi non potrà che aggravarsi.

Secondo fronte, sicurezza e migrazione. Oggi è emerso che l’attentatore di Berlino, il diciannovenne siriano che ha tentato di sgozzare un turista spagnolo nei pressi del Memoriale dell’Olocausto e ha poi confessato alle autorità che aveva intenzione di accoltellare gente a caso pensando di trovare e uccidere ebrei, nello zaino aveva il Corano. È difficile non collocarlo nell’orizzonte del terrorismo islamico antisemita. Il medesimo galantuomo aveva numerosi precedenti ed è anche già stato indagato tre volte per reati violenti a Lipsia, dove è residente. Nel 2024 ha spinto giù dalle scale un altro richiedente asilo della struttura in cui si trovava ed era attenzionato dalle forze dell’ordine per comportamenti marcatamente aggressivi: cosa diavolo ci faceva ancora in Germania da uomo libero? Questa è la domanda di fondo, ma ormai la cronaca tedesca sembra un allegato del romanzo “Sottomissione” di Michel Houllebecq.

È quasi quotidianità: c’è stato l’attentato al parco giochi per bambini da parte di un afghano in cui ha perso la vita un bambino di due anni, prima ancora l’attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo, con sei morti. Insomma, la sicurezza elementare in Germania non è più garantita, e tendenzialmente la causa è la gestione lasca o la non gestione dell’immigrazione. Eppure, ugualmente ci dicono che il problema è Afd.

Ma chi ha dato le carte in Germania negli ultimi lustri? La mitologica Grande coalizione battezzata da Angela Merkel e ricalcata da Olaf Scholz, schema che pare si ripeterà con Merz e i socialdemocratici: proprio la politica che ha reso la Germania il grande malato d’Europa. È difficile trovare un senso nella reiterazione di un accrocchio che in tutta evidenza non ha funzionato, se non in un ambito, questo sì, psicanalitico-clinico: siamo in pieno masochismo della classe dirigente tedesca. Il problema, infatti, non può essere Afd che non ha mai governato: se la fotografia dell’economia e della sicurezza è questo disastro, i responsabili politici sono gli stessi che ora si apprestano a governare e che dovrebbero fornire una soluzione al problema che loro stessi hanno creato. È davvero impossibile non chiamarlo masochismo.


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