Giani bifronte: autonomista quando pare a lui
Giuliano Zulin · 18 Febbraio 2025
In questa puntata di “Regioniamoci sopra”, la nostra rubrica che si occupa dei temi che riguardano l’autonomia differenziata, Giuliano Zulin mette l’accento sull’atteggiamento “bifronte” del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che, con la legge regionale che regola il cosiddetto “fine vita”, si è comportato da autonomista radicale, ma sulla questione del rigassificatore di Piombino ha rimandato ogni decisione e responsabilità al governo centrale.
La problematica sul “fine vita” è molto complessa ed è stata molto dibattuta da vari governatori, per esempio, quello del Veneto Luca Zaia, secondo il quale conviene arrivare a una legge nazionale elaborata dal Parlamento perché è una materia molto delicata e effettivamente non può essere una Regione a stabilirne la legalità e i termini, anche perché non siamo negli Stati Uniti, siamo in un ambito dove le leggi che hanno una valenza anche etica devono essere dibattute a livello nazionale.
Contro questa legge il centrodestra si sta muovendo, ma quel che colpisce è l’atteggiamento di Giani, uno dei presidenti che fino all’estate del 2022 era in prima fila per avere l’autonomia differenziata, poi al Festival dell’Economia di Trento pochi mesi fa parlò più genericamente di una forma di autonomia per gestire alcune materie come i beni culturali o altre cose. Però altra cosa è un tema come il “fine vita”, sul quale il Parlamento deve essere sovrano perché rappresenta il popolo.
Giani ha fatto il contrario ed è andato avanti da solo, mentre su un altro tema è diventato improvvisamente statalista e dell’autonomia si è dimenticato: il rigassificatore di Piombino, sul quale ha dichiarato che è il governo nazionale a dover intervenire. Il rigassificatore venne approntato su una nave a Piombino in tutta fretta, contro la volontà del sindaco (Fratelli d’Italia), quando cominciava a calare seriamente l’afflusso di gas via tubo al Tarvisio proveniente dalla Russia attraverso l’Ucraina. Il governo decise che sarebbe rimasto lì due o tre anni e poi sarebbe stato trasferito in Liguria. Ma la Liguria non lo vuole perché ne ha già uno sulla terraferma. Fermarlo non si può perché da lì passa un decimo del fabbisogno nazionale, 4-5 miliardi di metri cubi.
Ora, quindi, che bisogna prendere una decisione che sarà impopolare e certamente è divisiva, Giani è diventato improvvisamente centralista e invoca l’intervento del governo. Insomma quella di Giani è un’autonomia che va e che viene. Come Vincenzo de Luca in Campania, che dopo aver guidato una feroce campagna contro l’autonomia differenziata, ha deciso da solo sul terzo mandato, neanche in senso autonomista, ma proprio indipendentista.
Questa è la dimostrazione di quanto sia urgente varare la nuova legge Calderoli e attuare l’autonomia differenziata che fissi una volta per tutte le funzioni, come ha stabilito la Corte Costituzionale, e le risorse, come ci chiede anche il Pnrr. E anche che venga portato avanti il federalismo fiscale, previsto entro il 2026, come approvato nel 2021 dalla maggioranza M5s-Pd, cioè stabilire quanti soldi andranno a Comuni, Provincie e Regioni. Senza tutto questo rimarremo nel caos e ognuno farà quello che gli pare; e finché le cose rimangono come sono l’Italia non potrà recuperare il gap con altri Paesi.