Patrioti a Madrid, in nome della libertà e di Maggie
Giovanni Sallusti · 8 Febbraio 2025
Cari ascoltatori, il giornalista collettivo ci informa che oggi a Madrid si riuniscono i pazzi estremisti, i sovranisti, i referenti della tecnodestra, i reazionari con la bava alla bocca: insomma, il gruppo dei Patrioti presente all’evento di Vox – il partito di Santiago Abascal – con tutti i suoi esponenti di punta, tra cui Matteo Salvini, Marine Le Pen, Viktor Orban, Geert Wilders. Nel racconto mainstream è una Internazionale nera, ma questa narrazione va capovolta: a Madrid oggi domina la parola libertà. Che cos’è il Make Europe Great Again lanciato da Elon Musk come proposta di piattaforma valoriale, se non l’impianto narrativo di una comune agenda politica fra Trump in America e i leader dei Patrioti da noi?
Si tratta di rifare grande l’Europa nei suoi valori specifici, che si condensano attorno alla parola libertà. Di rifarla grande nella sua ricchezza, che sta nella pluralità delle sue storie nazionali, dei contributi dei suoi popoli alla civiltà. Proprio come disse Margaret Thatcher nel 1988 nel discorso di Bruges, un affondo formidabile contro l’eurocrazia che era in allestimento: l’Europa sarà più forte proprio perché ha la Francia in quanto Francia, la Spagna in quanto Spagna, la Gran Bretagna in quanto Gran Bretagna. Tutte queste nazioni, l’Italia in quanto Italia, la Germania in quanto Germania, hanno delle inestimabili e secolari storie nazionali che non vanno mortificate e livellate dalla burocrazia continentale.
Rifare grande l’Europa significa riportare al centro i suoi valori fondativi, per esempio in quanto continente culturalmente cristiano – e non come imposizione di una una confessione religiosa – con tutte le subordinate di questo impianto, cui non si può rinunciare: la dignità di ogni persona, dell’individuo come soggetto portatore di diritti, la laicità delle istituzioni (che non è il laicismo ideologico). Tutte cose che non troviamo a ogni latitudine.
Rifare grande l’Europa significa anche, riprendiamo ancora le parole della Thatcher, non imporre un superstato europeo che esercita un nuovo dominio da Bruxelles, non imbrigliare la ricchezza, la potenzialità formidabile delle sue economie, delle sue filiere produttive, la capacità di lavoro e il talento immaginifico dei popoli europei. Pensare l’Unione come una collaborazione tra popoli europei.
Questa è la libertà, come si rintraccia nelle prime dichiarazioni di Matteo Salvini: “È una occasione unica per esprimere posizioni chiare e vincenti, per evitare la sciagura economica imposta da Von der Leyen e Timmermans con il green deal, sul tema dei valori, della difesa delle frontiere, sullo sradicamento del terrorismo islamico in ogni sua forma”. Di nuovo, la Thatcher stessa considerava una follia l’abolizione delle frontiere…
Questa agenda di Madrid vi sembra quella di un gruppo di pazzi estremisti? A noi gli estremisti sembrano quelli che oggi danno le carte in Europa, la Commissione Von der Leyen che dopo due giorni dall’insediamento di Trump con un gesto di stizza ha minacciato la possibilità di diventare partner stretta della Cina, del più grande totalitarismo comunista esistente, allontanandosi dal legame transatlantico.
Questi qui che vogliono andare avanti col green deal contro ogni evidenza logica, empirica, economica, portando l’economia continentale a schiantarsi, sono gli estremisti. Ma l’agenda di oggi a Madrid è il contrario, è libertà, e non è un caso che richiami così da vicino le posizioni di Margaret Thatcher.