Se la “riviera” di Trump scandalizza più di Hamas
Giovanni Sallusti · 6 Febbraio 2025
Cari ascoltatori, avete notato l’assurdità? Dalle grandi istituzioni internazionali fino alle propaggini periferiche del politicamente corretto, cioè i giornaloni nostrani, è tutto un intonare cori di indignazione contro il piano di Trump per Gaza, annunciato in una conferenza stampa di fianco al premier israeliano Benjamin Netanyahu: sotto il controllo americano la Striscia, ricostruita, potrebbe diventare la riviera del Medio Oriente. La reazione è stata un’unitaria intermerata contro il tycoon grezzo, l’immobiliarista che non sa di che cosa parla: quindi niente, non vogliono capire come Trump opera, cioè con la negoziazione al rialzo, nonostante la chiarezza dei quattro anni di presidenza precedenti e delle prime mosse nel nuovo mandato.
Trump condensa sempre il suo obiettivo in una provocazione, per stanare l’interlocutore: è evidente che un piano c’è, perché è difficile oggi pensare alla soluzione dei due Stati, visto che uno dei due è ancora in mano alla banda di tagliagole di Hamas; e men che meno è pensabile lasciare le cose come stanno, con i tagliagole che comandano. La provocazione di Trump è anzitutto una chiamata all’Arabia Saudita, cioè il tassello mancante agli accordi di Abramo, ventilando la possibilità di sovrintendere alla ricostruzione della Striscia e farne un polo economico e di sviluppo, anche nell’interesse dei palestinesi. Dall’altro lato Trump chiama in causa le potenze regionali Egitto e Giordania, sulla carta sostenitrici e protettrici della causa palestinese, ipotizzando che prendano in casa loro una quota di palestinesi, i quali andrebbero a vivere senz’altro meglio che nella Striscia. Insomma, il piano è di ridisegnare quell’area del Medio Oriente.
Ora, torniamo a casa nostra. Al netto delle valutazioni che si possono fare di questa idea, che può essere anche letta come irrealizzabile o sconclusionata, dobbiamo registrare che l’immagine provocatoria di aprire un tavolo su una “riviera” del Medio Oriente scandalizza le nostre anime belle assai di più della Striscia in mano a Hamas, un movimento terrorista e sanguinario, autore del 7 ottobre, assassino di bambini in culla, che ha seviziato donne, bruciato vive intere famiglie, che tortura i dissidenti, che ha nel suo statuto la cancellazione dello Stato degli ebrei e che agisce guidato e finanziato dall’Iran, il quale vuole a sua volta la distruzione di Israele.
Le anime belle si turbano per la sbracciata di Elon Musk, ma non fanno una piega davanti alle adunate con il saluto, quello sì, nazista dei tagliagole islamisti, un’entità totalitaria che opprime gli stessi palestinesi. E allo stesso modo, non si scandalizzano per il controllo che le belve di Hamas esercitano ancora sulla Striscia, ma si indignano per la provocazione di Trump sulla “riviera” del Medio Oriente. Questo accade perché la narrazione di lor signori fa saltare qualunque senso etico, umano, e l’aberrazione ci viene venduta come norma: ma sono sbagliati loro e sono sbagliati i loro canoni, questo è lo scandalo, e noi ci rifiutiamo di accettare che la follia omicida antisemita possa essere presentata come normalità.