Vogliono denunciare Calderoli per l’autonomia!
Giuliano Zulin · 4 Febbraio 2025
In questa puntata di “Regioniamoci sopra”, la nostra rubrica che tratta i temi dell’autonomia differenziata, Giuliano Zulin riprende il tema della scorsa settimana, la nascita del movimento “No Ad”, cioè “no autonomia differenziata”, che è composto più o meno dagli stessi del comitato che ha raccolto le firme per il referendum abrogativo della legge Calderoli, poi bocciato dalla Corte Costituzionale perché il quesito era scritto male. I No Ad hanno lanciato un loro programma, a partire dal loro stupore per la decisione della Consulta di non ammettere il referendum. Sostengono che poiché la Cassazione precedentemente aveva detto sì ci sarebbero comunque gli spazi per ritentare.
Il “passo avanti” lo ha fatto qualche giorno fa la segretaria del Movimento Equità territoriale Rossella Solombrino, che pochi giorni fa ha dichiarato: “Le lacune legislative di Roberto Calderoli, ex dentista e oggi ministro, continuano a destare preoccupazione e rischiano di condurre il Paese verso il caos. Il Ministro non può proseguire le interlocuzioni con le Regioni, perché la Corte Costituzionale è stata chiara: la sua legge è da cestinare. Se Calderoli dovesse ignorare questa sentenza, siamo pronti a denunciarlo”.
Evidentemente anche a Solombrino non è andata giù la bocciatura del referendum da parte della Consulta, e allora rilancia sostenendo che vigilerà sull’evenienza che il ministro Roberto Calderoli prosegua le interlocuzioni per il trasferimento di funzioni (non più di materie) con Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte, in attesa che la legge venga corretta seguendo le indicazioni della Corte.
Il ritornello dei No Autonomia è che la legge Calderoli è stata demolita, ma non è così, è vero invece che va modificata, riscritta in certe parti: la Consulta ha fatto 14 rilievi, sette dei quali contengono già la postilla con la modifica da attuare, e ha dichiarato che i Lep devono essere stabiliti non con un decreto ministeriale, ma dal Parlamento. In più, i No Ad dimenticano che la stessa Corte ha bocciato ben 38 ricorsi inoltrati dalle Regioni (a guida centro-sinistra) Campania, Toscana, Puglia e Sardegna: 13 dichiarazioni di non fondatezza dei ricorsi e 25 dichiarazioni di inammissibilità. Insomma, il risultato finale, una sintesi certamente sgradita ai No Ad e quindi ignorata, è 38 a 14.
Ma la fuga in avanti di Solombrino è curiosa anche perché sembra scimmiottare gli ultimi eventi che, fra magistratocrazia e circo mediatico-giudiziario, hanno coinvolto il governo: se per un esposto basato su poche righe di articoli di giornale un presidente del Consiglio, due ministri e un sottosegretario finiscono indagati, chissà che il gioco non possa essere ripetuto….? A questo rispondiamo: sarebbe meglio lasciar lavorare il ministro e il Parlamento in tutte le sue componenti, la maggioranza e l’opposizione, e arrivare a una legge rispetti e attui la Costituzione, perché, lo ripetiamo ancora, l’autonomia differenziata è prevista dalla Carta ed è stata confermata da un referendum. Ma questi signori dichiarano che la Costituzione è fondamentale solo nelle parti che piacciono a loro…