Se Conte scippa a Grillo anche la comicità
Giovanni Sallusti · 3 Febbraio 2025
Cari ascoltatori, Giuseppe Conte, dopo aver portato via a Beppe Grillo il Movimento 5 Stelle, vuole scippargli anche lo scettro di comico: lo evidenzia il contenuto dell’intervista pubblicata nel weekend su Repubblica nella quale, a proposito del caso Almasri, sul governo di centrodestra ha dichiarato che “per eliminare il controllo di legalità stanno organizzando una torsione autoritaria del nostro sistema, giovandosi dell’appoggio di buona parte del sistema mediatico”. Ora, già si vede bene di quanto appoggio il governo goda dalla trimurti dei giornaloni, cioè Corriere, Repubblica e Stampa che titolano ogni giorno contro Giorgia Meloni e i suoi ministri.
Ma soprattutto sentir pronunciare “torsione autoritaria” dalla voce di Conte è peggio che surreale: ve ricorderete il governo Conte 2, quello giallorosso, il più a sinistra nella storia della Repubblica? È quello che impose un lockdown sostanzialmente alla cinese, con il Parlamento chiuso, neppure ridotto a un organo di ratifica come nelle monarchie assolute, ma proprio mai convocato per mesi. Questa è stata la via di Conte per affrontare la pandemia: ci informava tramite dirette Facebook allestite da Rocco Casalino, in genere tra mezzanotte e l’una, su quali diritti costituzionali la mattina sarebbero stati amputati, su quali libertà non avremmo più potuto esercitare – per esempio la libertà di circolazione, la libertà d’impresa – insomma, su che cosa il sovrano Stato, via Dpcm, aveva deciso delle nostre vite. Con dibattito parlamentare zero e giornali appiattiti su un conformismo totale, rotto solo da qualche testata di centrodestra.
Il governo giallorosso si è spinto all’estremo, fino a legiferare sul concetto di affetti stabili: è entrato nel foro della vita personale e si è messo a normare che cos’è affetto stabile e che cosa no, quindi chi si poteva incontrare e chi no. Lo Stato comunicava il coprifuoco come una cosa normale, come se fossimo nella Ddr, e con il ministro Roberto Speranza arrivò a incoraggiare esplicitamente la delazione nei confronti dei vicini (che potevano essere “rei”, addirittura, di feste private).
Giuseppe Conte piegò l’ossatura sociale ed economica del Paese con i suoi Dpcm liberticidi per mesi, anche quando l’emergenza stava scemando, si è arrogato il diritto di decidere quali sono i nostri affetti e di invitare alla delazione. E proprio lui oggi parla a noi di “torsione autoritaria”? Avvocato, a lei lo scerttro, il ruolo di capocomico è suo.