stop alle soprintendenze misura liberale, e punto

· 31 Gennaio 2025


Cari ascoltatori, iniziativa della Lega che vai, fake news che trovi, questo è lo schema consolidato del mainstream: travisare volutamente i termini o lo spirito delle iniziative del partito di Matteo Salvini.

Per esempio in queste ore stanno propagandando una retromarcia della Lega sull’emendamento al Dl Cultura sulle soprintendenze, che però non è nei fatti. Si può discutere il provvedimento, criticarlo: ma la retromarcia non c’è stata, anzi la Lega ha annunciato di essere pronta a presentare un disegno di legge specifico su questo tema, scorporandolo dal Dl Cultura e dandogli la dignità e lo spessore che merita anche a livello di discussione parlamentare.

Il tema, lo ricordiamo, è la riduzione delle funzioni delle Soprintendenze, che hanno esondato dalle loro competenze e sono diventate spesso un freno allo sviluppo, al lavoro e al dinamismo per le imprese e le famiglie italiane. L’obiettivo è liberare gli uffici dalle pratiche che non riguardano grandi monumenti o rilevanti opere storiche, quindi non c’è alcun rischio di depauperamento né un attacco al patrimonio culturale. Si tratta di affidare ai Comuni, cioè agli enti di prossimità, secondo il principio della rappresentanza democratica, l’ultima parola su tutte le altre decisioni urbanistiche e paesaggistiche. Il parere delle Soprintendenze peraltro non verrebbe abolito, ma non sarebbe più vincolante, in pratica verrebbe tolto un lacciuolo soffocante per il tessuto socio-economico italiano.

Per esempio, questo avverrebbe per gli interventi su immobili in aree vincolate, per l’apertura di strade e di cave, per il miglioramento infrastrutturale, per la posa di condotte per impianti industriali e civili, per le palificazioni in aree sottoposte a tutela, per la posa di cartelli o altri mezzi pubblicitari in prossimità di beni paesaggistici, per la tinteggiatura delle facciate di fabbricati posti in aree vincolate.

L’annunciato Disegno di legge della Lega prevede che su queste cose il parere della Soprintendenza non sia vincolante, un santo graal che spesso diventa un freno: questa proposta, secondo l’ottica di centrodestra della rivoluzione liberale, si inserisce nel medesimo percorso del Salvacasa, altra battaglia della Lega che ha liberato i proprietari da vincoli, divieti, pastoie burocratiche. Si chiama sburocratizzazione, una delle parole d’ordine con cui questo governo si è presentato agli elettori e ha da essi ricevuto il mandato.

Quindi non c’è alcuna marcia indietro, né attentato al paesaggio e alla cultura italiana, ma solo la riduzione delle pastoie in cui è invischiato un Paese iperburocratizzato, per liberare le famiglie e i loro portafogli, le aziende. È un’iniziativa di sana normalità liberale che speriamo e crediamo andrà in porto velocemente.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background