Magdi: Islam sistema di potere, Israele la nostra prima linea
Antonino D'Anna · 30 Gennaio 2025
In questa puntata di Zoom si parla di antisemitismo, attraverso il libro-inchiesta di Antonino D’Anna “La grande paura: dopo il 7 ottobre”, pubblicato dalla Fondazione Patriots for Europe e presentato pochi giorni fa al Parlamento europeo a Strasburgo. Attraverso dieci interviste a personaggi esperti dei temi che riguardano Israele, viene dipanata la realtà che l’antisemitismo, lungi dall’essere una vestigia del passato, è un fenomeno vivo, alimentato dalle ideologie contemporanee che cercano di dividere e distruggere le società libere .Viene sollevata la questione cruciale della responsabilità dell’Europa di fronte a questo aumento dell’odio, sottolineando che l’inazione potrebbe avere conseguenze drammatiche per il futuro della regione e del mondo occidentale. Atti antisemiti sono stati registrati in tutta Europa e negli Stati Uniti. Secondo il sondaggio del 2024 dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), il 96% degli ebrei nell’UE ha incontrato l’antisemitismo, online o nella vita quotidiana nell’anno precedente.
Nel volume (e nella conferenza), intellettuali, scrittori, giornalisti, diplomatici esprimono la loro preoccupazione per questo atmosferico antisemitismo che si diffonde nelle società occidentali, soprattutto nelle università americane ed europee. Denunciano in particolare l’incoerenza degli attivisti progressisti LGBTQ+ che sostengono i terroristi islamici di Hamas che torturano e sterminano, tra gli altri, gli omosessuali, ma anche la strumentalizzazione dell’antisemitismo da parte dell’islamismo radicale e l’inerzia dell’UE di fronte a questa crescente minaccia. Ciascuno di essi analizza l’ascesa dell’antisemitismo da una prospettiva particolare, sottolineando al contempo il ruolo essenziale di Israele nella difesa dei valori europei di fronte all’islamismo radicale.
In questa direzione va Magdi Cristiano Allam , scrittore e giornalista egiziano convertito al cristianesimo. Minacciato di morte da gruppi islamici, Allam è autore di diverse opere in cui critica l’Islam, l’antisemitismo e la politica europea. Per lui, “Israele è la prima linea di difesa contro l’islamismo radicale, e la sua caduta significherebbe non solo la perdita di una nazione democratica, ma anche il crollo dei valori di libertà e civiltà a cui l’Europa dovrebbe aderire”. Allam avverte che la mancanza di sostegno a Israele e l’indifferenza nei confronti dell’islamismo radicale avranno conseguenze catastrofiche per il futuro dell’Europa.
“Dobbiamo sempre distinguere tra le persone e la religione. Esistono i musulmani moderati, e sono persone che antepongono la ragione e il cuore ad Allah e Maometto. Io lo sono stato per 56 anni: ma l’Islam è l’Islam, perché il Corano è unico, Maometto è lo stesso. Non esistono un Corano moderato e un
Corano radicale; non esistono un Maometto buono ed uno violento; l’Islam è intrinsecamente violento, è intrinsecamente aggressivo, conflittuale e belligerante; l’Islam si fonda sull’assunto che è l’unica vera religione che dev’essere imposta costi quel che costi – con le buone o con le cattive – all’umanità”.
“Ritengo che in uno Stato di diritto l’unico riferimento sia la Costituzione. Se l’Islam non è compatibile con la nostra Costituzione, va da sé che va messo fuorilegge. I musulmani come persone, fintantoché si comportano rispettosamente nei confronti della Costituzione, ottemperano alle nostre leggi, condividono i valori fondanti della nostra civiltà, sono a tutti gli effetti compatibili con la Costituzione, le leggi, le regole su cui si fonda la nostra civiltà. Chi non fa questo si autoesclude dallo Stato di diritto. E
non è un qualcosa di sovversivo: è qualcosa di assolutamente legale, perché o noi concepiamo la Costituzione come fondamento di tutta la nostra pacifica esistenza, oppure siamo noi ad autocondannarci ad essere sottomessi alla dittatura islamica”.
“Purtroppo la paura di dire la verità in libertà è diffusa anche all’interno delle scuole. Sui testi scolastici, nelle università c’è tanta mistificazione della realtà e questo ci condanna a non essere pienamente noi stessi dentro casa nostra. Bisogna sempre dire la verità: la verità sull’Islam è che non è una religione ma un sistema di potere; nasce nel 622 con la costituzione da parte di Maometto a Medina, dove si trova perché è stato cacciato via dai suoi concittadini di La Mecca, di una tribù di cui lui era sia il capo politico che religioso perché si era autoattribuito il rango di messaggero di Allah. L’Islam nasce come una realtà in cui il potere religioso e quello secolare sono intrinsecamente indissociabili; e questo fa sì che ciò che per la religione è peccato divenga automaticamente reato per lo Stato. Questo è uno degli aspetti dell’incompatibilità dell’Islam, ma sottolineo ancora che lo Stato italiano ha paura di fronteggiare l’Islam, questa è la verità: le nostre Forze dell’ordine hanno le mani legate, oltre ad altri problemi contingenti tra cui il calo demografico. Oggi l’età media de poliziotti e dei carabinieri è, in media, 50 anni: e un uomo di
50 anni che è prevalentemente sposato con figli tende giustamente a salvaguardare la propria realtà e, se si trova di fronte a un nemico dello Stato ventenne che aspira a morire dopo aver ucciso il maggior numero possibile di miscredenti… di fatto ci ritroviamo ad essere perdenti in partenza”.
“L’unico vero collante che tiene uniti gli islamici è l’odio nei confronti degli ebrei, dei cristiani, e oggi soprattutto l’odio nei confronti di Israele e del popolo ebraico. Non si tratta, da parte islamica, di un fatto contingente legato a un evento specifico, ma è la quintessenza dell’Islam: il Corano è il testo più antiebraico che ci sia al mondo; Maometto è stato uno stragista di ebrei, nel 627 ha personalmente sgozzato e decapitato i circa 900 ebrei della tribù dei Banu Kuratza, residenti a La Mecca”.
“Voglio anche ricordare che la vittoria nel Regno Unito – al di là del fatto che il primo ministro Keir Starmer sia una persona sostanzialmente moderata e abbia, per ragioni familiari (sua moglie è ebrea)
una simpatia per Israele – il Partito laburista in quanto tale è fortemente, invece, filopalestinese e antiebraico. L’elettorato islamico ha votato per il Partito laburista: Starmer, di fatto, ha le mani legate. In Francia e nel Regno Unito noi abbiamo di fatto assistito alla vittoria degli islamici: l’Islam in Europa progredisce innanzitutto perché a fronte del tracollo demografico dei popoli europei i musulmani hanno un più alto tasso di natalità; e poi perché per la nostra ingenuità – e talvolta per collusione ideologica – abbiamo consentito loro e continuiamo a consentire loro la proliferazione delle moschee e delle scuole coraniche. Nel Regno Unito addirittura ci sono tribunali islamici che emettono sentenze sul diritto patrimoniale e familiare basate sulla sharia, sulla legge islamica”.
“L’islamizzazione procede a ritmo spedito perché ormai abbiamo ridotto la democrazia solo all’aspetto formale del rito delle elezioni senza andare a verificare se i contenuti valoriali che sostanziano o meno la
democrazia vengano rispettati: questo consente agli islamici di usare la democrazia come una specie di taxi per arrivare al potere; e quando vi arrivano sostituiscono la democrazia con la sharia, la legge islamica che è del tutto incompatibile con lo Stato di diritto”.