Caso Almasri, il conflitto di interessi “vola” su Lo Voi

· 30 Gennaio 2025


Cari ascoltatori, c’è una sfumatura assai prosaica nel caso della premier e di mezzo governo indagati per il rimpatrio del libico Almasri, ma gli uomini spesso sono esseri prosaici, per cui ci sembra interessante raccontarla. La trovate per esempio in prima pagina su Libero, dove il direttore Mario Sechi chiama “il magistrato con il conflitto di interessi” il capo della Procura di Roma che ha spedito a Giorgia Meloni, a Carlo Nordio, a Matteo Piantedosi e ad Alfredo Mantovano la notifica di averli iscritti nel registro degli indagati.

Premessa metodologica: noi crediamo che un magistrato non solo debba essere imparziale nella sua azione, ma debba anche apparire tale, per non viziare il gioco e non dare adito a speculazioni. La notizia prosaica, dunque, è che Lo Voi sarebbe impegnato da tempo in un braccio di ferro con Palazzo Chigi, nello specifico con Mantovano, perché a un certo punto gli è stato negato l’utilizzo dei voli di Stato sulla tratta Roma-Palermo, ognuno dei quali – stima di Palazzo Chigi – costa 13mila euro, e il magistrato non se n’è fatto una ragione.

La questione è arrivata ai massimi livelli: Lo Voi ha protestato con Mantovano, poi si è rivolto al Consiglio di Stato e infine ha presentato un ricorso straordinario al Quirinale, al presidente della Repubblica, il cui contenuto è durissimo contro la Presidenza del Consiglio e anche con il Ministero dell’Interno: parla di violazione e falsa applicazione dell’articolo 1 della legge 133 del 2022, di violazione e falsa applicazione degli articoli 3 comma 2, 7 e 9 del Dpcm del 23 settembre 2011; e usa termini non proprio dialoganti come incompetenza, eccesso di potere per travisamento, sviamento.

Ora, noi ci fermeremo all’aspetto formale: pensiamo che per una questione puramente stilistica, Lo Voi, dal momento che ha dato il via a un contenzioso con Palazzo Chigi e con Mantovano coinvolgendo anche il Viminale, dovrebbe astenersi dal maneggiare qualunque pratica che coinvolge Palazzo Chigi, Mantovano e il Viminale. È una tautologia, una corretta dinamica istituzionale. Come avevamo annunciato, è una questione molto prosaica, ma come tale segna un vulnus: scommettiamo però che gli appassionati del conflitto di interesse questo vulnus non lo vedranno, perché i magistrati, tra le altre cose, sono esentati anche dall’avere conflitti di interessi.


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