Andrea Ruggieri: un fascismo americano non esisterà mai
Giovanni Sallusti · 28 Gennaio 2025
A “Parlando liberaMente”, la nostra intervista settimanale con i protagonisti dell’attualità, della politica, del giornalismo, Giovanni Sallusti discute con il giornalista Andrea Ruggieri, editorialista per Il Giornale e per Il Tempo delle variegate reazioni e dei cambiamenti nei rapporti internazionali dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca.
“C’è un tentativo di falsare la rappresentazione di un Paese che i commentatori italiani di sinistra non conoscono. “To deport”, cioè fare le deportations, significa semplicemente rimpatriare i clandestini che hanno commesso reati negli Stati Uniti e che perciò sono stati condannati. È la stessa offerta elettorale che – potete vedere dei video sul mio profilo Instagram – ha visto protagonisti Barack Obama e Hillary Clinton. Per loro ai tempi nessuno si sdegnava. Per Trump, invece, il significato cambia agli occhi e nelle bocche dei nostri commentatori di sinistra, diventano deportazioni, stile nazista”.
“Da sinistra ci raccontano da 70 anni la favoletta che noi siamo stati liberati dai partigiani con le cerbottane. Ma in realtà sappiamo tutti perfettamente – basta andare, come faccio io, ogni 25 aprile al cimitero militare americano di Anzio – che sono stati gli americani a dire stop all’occupazione nazifascista in cui c’eravamo ficcati da soli, noi che facciamo quelli intellettualmente superiori. Certe torsioni per cui si dice che in America c’è un presidente fascista fa un po’ ridere chi la conosce: Trump, come Musk d’altronde, sono figli del capitalismo, fondato sulla libertà e contro ogni pulsione dittatoriale, fascismo compreso. Non esistono politici fascisti in America, non esistono imprenditori fascisti in America, quindi non dicano boiate”.
“È gente figlia del libero mercato, della più totale libertà di iniziativa economica individuale, in una nazione dove lo Stato non è padrone di niente e i cittadini sono liberi, non sono sudditi da educare né bancomat da cui prendere i soldi come invece vuole la sinistra in Italia”.
“In America Trump e Musk, come d’altronde anche la sinistra Usa a eccezione di Sanders e Ocasio-Cortez, è tutta pro business: a essere in fuorigioco nella storia e nella cronaca sono i commentatori e i politici di sinistra italiani, che non si sa bene neanche che cosa siano, socialisti, comunisti, ma comunque contro il business”.
“La gente americana non concepisce minimamente certe pulsioni stataliste o estremiste, il saluto romano non lo fanno neanche a una festa di carnevale. Sostenere il contrario è un tentativo penoso di italianizzare gli Stati Uniti d’America. Figurarsi, hanno lo Stato al minimo e già per loro è troppo, vogliono ridurlo ancora di più”.
“Musk dà più fastidio del partito comunista cinese perché non appoggia più la sinistra come ha fatto per molto tempo, quando appoggiava i democratici. Agli americani la sinistra italiana non perdona di aver distrutto l’Unione sovietica e il comunismo, che aveva fatto miliardi di morti, feriti, soprattutto poveri, annullando libertà individuali”.
“Per questo c’è una recrudescenza di simpatie per il dragone cinese, come fosse una rivincita. Io francamente tra dare i miei dati alla Cina e darli anche al peggiore degli americani, sceglierò sempre di darli al peggiore degli americani: perché sono gli americani i papà e le mamme della nostra ritrovata libertà. E perché sono una democrazia e non una dittatura comunista”.
“L’Europa? Domandiamoci perché Starlink non lo abbiamo fatto noi in Europa. Se anziché essere sempre i clienti capricciosi di altri, se facessimo i produttori di quello che ci serve, saremmo più indipendenti. Invece questa Europa non è strutturalmente in grado di produrre qualcosa come Starlink, è in grado di produrre soltanto regole, in più delle quali stupide. L’America inventa, la Cina copia, e l’Europa sforna regole”.
“Dobbiamo capire che siamo in un grande campionato dove c’è la testa di serie numero uno, gli Stati Uniti, la numero due che è la Cina, e noi stiamo lì a non fare nulla: alla fine diventeremo spettatori di un duello tra altre entità e al massimo saremo o comprati da qualcuno o clienti di qualcuno, come accade anche sull’intelligenza artificiale. Non risulta che l’Europa si sia posta il problema di produrla, e con ciò di proporre al mondo un sistema valoriale europeo, una realtà imprenditoriale, uno stile di vita”.
“Il green deal è una trappola, Ursula von der Leyen è inadeguata al comando e ha Teresa Ribera come commissario alla “transizione pulita, giusta e competitiva”, la quale pensa che il verde, cioè mettersi nelle mani della Cina, sia la soluzione di tutti i mali. L’Europa così com’è va semplicemente chiusa e ridisegnata, perché non è minimamente in grado di competere con una democrazia come quella americana, dove il nuovo presidente in un giorno firma cento ordini esecutivi e così cambia il gioco”.
“Anche questa cosa di dipingere Trump amico di Putin: ma Trump è amico soltanto di se stesso e degli americani, del primato americano. Farà quegli interessi: se questo gli impone di fare un accordo con Putin, lo farà. Se questo gli impone di fare la guerra a Putin, la farà. È quasi comico osservare gente, giornalisti compresi, che l’America non sa neanche dove sia sul mappamondo. Tutti costoro non hanno idea di come funzioni quella società, oppure la confondono solo con Manhattan. E comunque pensano di poter commentare Manhattan come fosse un paesino, tipo Figline Valdarno o Ceprano. Riducono tutto il dibattito a quel che vedono con le loro lenti viziate dall’ideologia di sinistra con cui commentano la società italiana, peraltro sbagliando anche nell’interpretazione di quella”.
“L’Unione Europea per decenni non ha ritenuto di armarsi per proteggersi, non ha ritenuto di avere un esercito comune per svolgere una deterrenza, per esempio nei confronti di Putin, che può diventare improvvisamente nemico, dipende dal suo capriccio. Non ha voluto allestire una politica estera comune, una politica energetica comune con cui potessimo fare blocco e comprare a minor prezzo le materie prime, niente. Poi si sveglia e dice: no Starlink da Musk non lo voglio, perché anziché sostenere i democratici ha sostenuto il repubblicano. Ma non ha fatto niente per poter dire di no a Musk”.
“Però facciamo un sacco di convegni, un sacco di chiacchiere. Commentiamo sempre, e passiamo la vita a commentare affermazioni. Il verbo della politica italiana ed europea è dire. Invece quello degli Stati Uniti è fare”.