Trump-autonomia, il doppio colpo da ko per la sinistra
Giovanni Sallusti · 21 Gennaio 2025
Cari ascoltatori, è tempo di autentica débacle per la sinistra: nelle scorse ore ha incassato un uno-due micidiale che ne hanno fatto saltare la narrazione internazionale e anche quella italiana. Il primo pugno riguarda l’insediamento di Donald Trump, il puzzone abusivo che però è stato eletto democraticamente dagli americani, e proprio in nome della sua opposizione alle parole d’ordine della sinistra: ha annunciato la fine delle turbe ideologiche woke, ha dichiarato che sbaraccherà il green deal e la moltiplicazione arcobaleno dei generi sessuali (finanziamenti inclusi): si tornerà alle trivelle, ai combustibili fossili e a maschio e femmina. L’immigrazione clandestina è stata riconosciuta per quello che è, non una risorsa ma un problema da gestire: e a questo proposito va smascherata l’ipocrisia linguistica di chi traduce “deportation” con deportazione: come ha chiarito Federico Rampini, in realtà si tratta di un piano di espulsione degli immigrati clandestini al confine meridionale analogo a quello di Eisenhower negli anni Cinquanta, l’operazione Wetback (e risulta difficile dare del fascista a Eisenhower).
Il secondo pugno, sul fronte italiano, è la bocciatura del referendum contro l’autonomia: la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito proposto da opposizione e Cgil (chissà che cosa c’entra la Cgil, ma pur di non occuparsi dei lavoratori…) perché “ha rilevato che l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari e questo pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore”. In pratica, dopo che la Consulta ha sollevato questioni di costituzionalità su alcuni punti della legge Calderoli, rimandandola al Parlamento, il cittadino si sarebbe trovato a votare un referendum su una legge diversa. Il referendum, nella retorica di lor signori, doveva essere il cavallo di Troia per dare la spallata al governo, ma non si può indire una consultazione contro l’autonomia in assoluto, perché essa è prevista per iscritto nella Costituzione, come non si stanca di ripetere anche il nostro esperto Giuliano Zulin. Quindi quel detonatore contro il governo era farlocco alla radice, come lo erano le grandi adunate elettorali nel Mezzogiorno, con tanto di comitati e di grancassa mediatica, per di più tutto mosso presupponendo che i cittadini meridionali condividessero in massa quelle critiche all’autonomia che in realtà è nel loro interesse realizzare.
Il doppio pugno è arrivato anche perché a sinistra si muovono sempre per distruzione, sempre contro qualcuno o qualcosa: no a Trump che è un dittatore, no all’autonomia che spacca il Paese. E mai una volta che si veda una proposta, qualcosa di costruttivo. Quando ci riusciranno, torneranno ad avvicinarsi alla realtà, magari a capirla. Per adesso, ancora niente.