L’America è il mondo, l’Europa è irrilevante
Giulio Cainarca · 21 Gennaio 2025
In questa puntata di “Auto da fé”, Giulio Cainarca dialoga su che cosa accadrà dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca con Luigi Marco Bassani. storico italiano con cittadinanza statunitense, specialista in storia delle dottrine politiche e studioso della storia e delle istituzioni degli Stati Uniti e di federalismo, con una lunga carriera accademica.
“L’America non è solo il centro del mondo, l’America è il mondo, tutto ciò che non accade in America non ha alcuna rilevanza, ce l’ha solo locale ma non nel mondo. L’America domina economicamente, militarmente e politicamente, e lì è accaduto qualcosa di incredibile, il ritorno di una persona, Donald Trump, che hanno cercato in ogni modo di distruggere, ed è tornata con dei principi chiarissimi: libertà per tutti, libertà di parola, libertà di discussione, a destra e a sinistra, il cui alfiere è Elon Musk. E i dem hanno perso la testa per questo. E pensare che negli anni ’70 il Partito democratico americano era convinto che il problema del comunismo fosse la mancanza di free speech: sia i repubblicani, sia i democratici, a destra e a sinistra, in America come in Europa, tutti erano d’accordo sul fatto che la più ampia libertà di discussione fosse fondamentale”.
“L’America si è arricchita enormemente, ed è l’Europa a essere scomparsa dai radar della ricchezza mondiale: tra le prime 50 società al mondo oltre una trentina sono americane, due sono europee, una olandese e l’altra svizzera, quindi è chiaro che l’Unione Europea economicamente conta zero. E gli elettori americani che ogni quattro anni votano su una domanda molto semplice, “mi trovo meglio adesso o mi trovavo meglio quattro anni fa?”, danno un giudizio economico, in cui il costo della benzina è centrale. Quando se n’è andato Trump nel 2020 era a un dollaro e 65 al gallone, adesso è mediamente tre dollari e mezzo, quattro in California”.
“La rielezione di Trump è per la sinistra come Stalingrado per il nazismo. Il vecchio andamento ideologico potrà andare avanti ancora un anno o due, ma saranno battaglie di retroguardia. In realtà quel che cambia è che si tornerà a discutere delle cose di cui era vietato parlare, perché è questa l’idea del politicamente corretto, sterilizzare una serie di questioni su cui diventa vietato riflettere e dibattere: la cultura woke era in qualche modo maoista, tutto ciò che era privato aveva carattere politico. Io rispetto quelli che stanno facendo una transizione di sesso, credo che sia una cosa complicatissima; e se me lo chiedono con cortesia, io uso i pronomi che vogliono loro. Ma se me lo si vuole imporre attraverso la forza dello Stato e la galera, assolutamente no”.