Falsari di sinistra: Tolkien green e Orwell anti-Musk
Alessandro Gnocchi · 19 Gennaio 2025
In questa puntata di “Alta tiratura”, dopo aver presentato la biografia di Filippo Tommaso Marinetti scritta dalla studiosa Caludia Salaris (Silvana editoriale, 440 pagine, 23 euro), Alessandro Gnocchi prende spunto dalla pubblicazione della raccolta di scritti di J.R.R. Tolkien “La caduta di Numenor” (Bompiani, 223 pagine, 35 euro) per osservare come la sinistra si stia impadronendo (o ci stia provando), a volte con risultati comici, di una parte di letteratura che fino a ieri considerava “di destra”, ribaltando i termini di una sudditanza psicologica che per decenni aveva visto la destra inseguire la sinistra.
Il primo fra questi è, per l’appunto, Tolkien, per i temi dell’ecologia e dell’ambientalismo: un’impresa culturale destinata al fallimento, perché lo scrittore dichiarò esattamente di essere un cattolico conservatore. Si potrà dire che Tolkien ha anticipato temi che oggi possono piacere anche a sinistra – come però è tipico di tutti i grandi autori – per esempio il tema dell’ecologia: questo alla sinistra basta per far partire paginate sui giornali che ci spiegano che Tolkien è in realtà un simpatico progressista mascherato da conservatore, e quindi l’appropriazione che la destra ne ha fatto è sbagliata.
Ovviamente sono sciocchezze, perché Tolkien è un vero e proprio conservatore cattolico: tutto il suo mondo è basato sullo scontro, per niente relativista, fra il male e il bene e gli eroi sono quelli che combattono contro il male. Se poi osserviamo che nelle sue lettere più volte dice di considerarsi al massimo un anarco-conservatore (perché, dice, è così conservatore da non vedere un partito che lo rappresenti e gli inglesi non lo sono abbastanza), allora ogni tentativo di appropriazione è destinato a sfociare nel ridicolo: si è perfino aperta una specie di battaglia editoriale su chi deve essere il curatore e il traduttore delle opere di Tolkien, il cui effetto è che l’editore Bompiani ha escluso la Società Tolkieniana, che era ispirata da personaggi di destra come Gianfranco de Turris (uno dei massimi conoscitori italiani di Tolkien), e ha dato questi incarichi al gruppo Wu-Ming, scrittori maoisti con un’identità collettiva.
Anche Yukio Mishima è stato preso d’assalto dalla sinistra: ma come si fa a considerare uomo di sinistra un giapponese (cioè ben fuori dalle nostre categorie di sinistra e destra) che politicamente era un acceso nazionalista, un conservatore che si è suicidato facendo seppuku – cioè squartandosi e facendosi decapitare dal suo miglior amico – perché voleva che venisse restituito all’imperatore il titolo divino che gli era stato tolto dopo la Seconda guerra mondiale? Al massimo, se vogliamo pensare a uno scrittore italiano, Mishima potrebbe essere avvicinato Gabriele D’Annunzio, un altro personaggio lontano dai criteri odierni di sinistra e destra.
Stesso destino è toccato a George Orwell: ora, qualcuno potrebbe osservare che Orwell è sempre apparso un socialista rivoluzionario, affine alla corrente sindacalista e anarchicheggiante, perché non amava certo lo stalinismo, anche perché i sovietici gli avevano sparato un proiettile alla gola durante la guerra di Spagna. Invece no: all’apice di un articolo che sostiene questa tesi si legge che Orwell era contrario alla società della sorveglianza e quindi era un nemico di Elon Musk! Il che è un surreale pasticcio: a parte che si tratta di due pianeti completamente diversi, la sorveglianza cui Orwell era avverso è la sorveglianza stalinista: “1984” ha volutamente invertito del due ultime cifre, lui allude al 1948 e nel romanzo fa riferimenti a Lev Trockij.
Ed ecco ribaltato il paradigma della sudditanza culturale: un tempo era la destra ad appropriarsi degli autori di sinistra, in particolare nel momento di passaggio da An a FdI, tanto che nell’ansia di spogliarsi della nomea di fascista arrivò all’assurdo di eleggere la figura di Bob Marley come uomo di destra (uscirono anche due pagine sul Giornale); oggi sui quotidiani di sinistra troviamo rivalutazioni e appropriazioni che francamente fanno assai più cadere le braccia…