Il sabato cattocomunista di Prodi & C.

· 17 Gennaio 2025


Cari ascoltatori, sappiamo tutti che sotto Mussolini c’era il cosiddetto “sabato fascista”, che era dedicato a iniziative ed eventi che propagassero la retorica di regime. Ebbene, domani 18 gennaio sarà ufficialmente il sabato cattocomunista, perché si terranno non una, ma ben due adunate di tutto quel bel mondo, quell’establishment che viene dalla cultura post-cattolica, centrista moderata, strabica, che ha sempre guardato a sinistra e ne è stata la stampella, e a volte addirittura ha dato le carte. Oggi quella costellazione si sta agitando molto, e si sta addensando come una nube anzitutto sulla testa di Elly Schlein: dal momento che questi hanno cominciato a muoversi, possiamo già dire che Elly non sarà la candidata premier per il centro-sinistra.

Peggio è che quella nube si stia addensando anche sul Paese, non è che questa compagnia evochi precedenti confortanti. Le adunate suddette avverranno domani perché il 18 gennaio 1919 venne fondato il Partito Popolare Italiano da Don Sturzo, e costoro, ebbri di autostima, hanno pensato di mettere in relazione i due eventi. Per quello di Milano il gran cerimoniere sarà Graziano del Rio, che animerà il convegno “Creare legami, guarire la democrazia”: la premessa è che la democrazia è malata perché la parte politica che governa, dopo aver vinto le elezioni, non è la sua. Ma a essere interessante è la platea: prima di tutto sarà presente Romano Prodi, il gran visir del cattocomunismo, che non ha mai smesso di fare politica e ora è tornato nel dibattito pubblico: ieri sera da Formigli ha accusato il governo e Giorgia Meloni di obbedire a Donald Trump e a Elon Musk.

Vorremmo ricordare allora qualche dettaglio di cronaca che lo riguarda: un europarlamentare britannico rivelò alla Bbc che la famosa spia sovietica Aleksandr Litvinenko (che poi finì ucciso con il polonio) gli aveva confidato che Prodi era un uomo del Kgb. Paolo Guzzanti, quando si occupò della commissione Mitrokhin, riferì che fonti qualificate a suo giudizio definivano Prodi “popolarissimo” presso gli ambienti del Kgb. È certo, inoltre, che Romano Prodi sia in ottimi rapporti con la Cina, perché è consulente di un’importante agenzia di rating in seno al Dragone, e soprattutto ha da poco ricevuto la cattedra di cultura italiana a Pechino voluta dalla Fondazione Agnelli.

Ora, ovviamente uno Stato libero e sovrano non deve obbedire a nessuno; ma, quanto a riferimenti, se dobbiamo scegliere fra il presidente della più grande liberaldemocrazia del mondo e il maggiore genio visionario dei nostri tempi, e i servizi segreti russi nonché il regime comunista cinese, tendiamo a preferire la prima ipotesi.

Insieme con Prodi sarà ospite dell’evento milanese anche Ernesto Maria Ruffini, un altro dei potenziali federatori del mondo cattocomunista, che si è dimesso da direttore dell’Agenzia delle entrate in polemica col governo di centrodestra: facendo una figura non bellissima dal punto di vista istituzionale, se fino alla sera prima sei un funzionario con un alto e delicatissimo incarico, e il giorno dopo ti riveli uomo di parte. Pensiamo anche che non sia proprio accattivante per gli elettori uno che disse “il termine fisco amico non mi piace”.

L’altro appuntamento del sabato cattocomunista sarà a Orvieto, dove invece l’iniziativa è dell’associazione Libertà Eguale: ci sarà tutto il mondo di mezzo del cosiddetto riformismo di sinistra, ma soprattutto ci sarà Paolo Gentiloni, un altro di quelli che stanno allungando la propria ombra, e i propri sponsor – anche europei – sulla leadership della povera Elly. Gentiloni ha un curriculum in ordine, dagli esordi fin maoisti a tutta la stagione ecologista; poi ha incarnato una riserva perenne del mondo centrista-progressista, e infatti è stato premier dopo Matteo Renzi.

Insomma, questo mondo sta radunando truppe d’establishment, ma noi crediamo che dietro non ci siano numeri elettorali di un qualche rilievo. Certo, è inquietante vederli tutti in fila e pensare alle politiche che nella loro storia hanno portato avanti: una parola che ci viene in mente è patrimoniale, una seconda è eurocrazia. Romano Prodi disse, presentandolo come un fatto positivo, di essere “un servo dell’Europa”.

E così domani vedremo l’esordio del sabato cattocomunista. Se potessimo guardarlo da lontano saremmo anche divertiti, ma purtroppo viviamo nello stesso Paese di questi signori, e un pochino ci inquieta.


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