Il futuro dell’economia italiana? Nella provincia

· 17 Gennaio 2025


Ospite della rubrica “Auto da fé”, in cui si discute di temi di attualità, di economia e di geopolitica, oggi discute con Giulio Cainarca il professor Fabrizio Pezzani, già docente di materie economiche e amministrative all’Università di Parma e all’Università Bocconi di Milano.

“l Pil delle aziende manifatturiere americane è il 10 per cento del Pil complessivo, da noi è il 40 per cento: credo che la parte importante del nostro Paese sia nelle regioni come Piemonte, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, adesso le Marche, in parte l’Umbria. Sono regioni ad altissima attività manifatturiera, tra le prime dieci regioni europee”.

“Il 92 per cento degli occupati in Italia sono nelle piccole e medie imprese. L’altra cosa importante è che a noi italiani viene accreditata una grande creatività, che però dipende dall’artigianato: l’artigianato è un comparto molto particolare in cui valgono la materia e la mano che domina la materia, e con l’occhio e la mente costituiscono un tutt’uno. Questo processo di trasformazione o di modificazione della materia è nella nostra natura”.

“Se fallisce una grande impresa è un bel problema, con una grande quantità di disoccupati tutti insieme; ma le piccole imprese non falliscono mai tutte nello stesso momento, per cui nelle crisi il sistema cambia pelle in modo meno traumatizzante”.

“Milano ha cambiato modello di sviluppo, ma ha avuto degli artigiani straordinari, Luxottica con Del Vecchio, e poi Rizzoli, Mondadori, tutta gente che faceva parte dei Martinitt, quei ragazzi abbandonati negli asili, privi di genitori: questi hanno realizzato imprese straordinarie. In un certo senso, noi siamo figli dell’artigianato, perché a loro modo i Michelangelo, i Da Vinci erano artigiani”.

 


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