“Meloni e Salvini a testa in giù”. Dilaga lo squadrismo rosso

· 13 Gennaio 2025


Cari ascoltatori, l’indecoroso assalto dello squadrismo antagonista alle forze dell’ordine a Roma e Bologna (e non solo) ha la premessa in una notizia trattata come piccola dai giornaloni che l’hanno emarginata, ma che ha un significato simbolico molto importante. All’Arci di Palermo c’è stato un evento in cui due ragazzi che stavano cantando a un certo punto hanno deciso di storpiare la canzone “Sere nere” di Tiziano Ferro in “Camicie nere”, operando una serie di cambiamenti nel testo: ”li famo neri”, riferito ai fascisti che per costoro sono dappertutto a 70 anni dalla fine del fascismo; poi i due cantanti sono entrati nel dettaglio: “Giorgia Meloni e Matteo Salvini, il ventennio è già qua, perché sono fasci, fasci devono morire a testa in giù”: sono seguiti applausi da parte del pubblico democratico ed entusiasmo delle anime belle schierate dalla parte giusta della storia.

Ancora più raccapricciante di questa scena è stato il silenzio dei dirigenti politici della sinistra italiana: Elly Schlein, per esempio, non ha detto una parola sul fatto che una storica associazione come l’Arci abbia ospitato l’invito a far morire a testa in giù la premier e il vicepremier e ministro dei Trasporti, cioè avversari politici, dopo aver insinuato che siano continuatori del fascismo, per cui oggi in Italia esisterebbe una dittatura.

Di fronte a questi sciroccati dell’Arci, qualunque esponente di una sinistra democratica in qualunque Paese del mondo occidentale avrebbe reagito con una condanna, perché è sacrosanto, per la stessa credibilità della sua parte politica, per il rispetto delle regole civili del dibattito pubblico, o anche solo per tattica, per guadagnarci in immagine. Invece niente, il messaggio di far morire a testa in giù Meloni e Salvini è passato come normale: questo è lo squadrismo contemporaneo, non dire una parola.

Veniamo ai fatti di Roma e Bologna. Non si è trattato di tafferugli, ma di un attacco organizzato alle forze dell’ordine, nascosto dietro la scusa di manifestare per Ramy, il giovane egiziano morto dopo un inseguimento con i Carabinieri, tanto che lo stesso padre di Ramy ha ammonito che non venisse usato il nome di suo figlio per giustificare la violenza. In questo caso Elly si è svegliata: ma dopo aver pronunciato parole di condanna ha aggiunto che la destra deve smettere di fare politica sulle violenze: quindi tutto è stato di nuovo riportato a una qualche colpa della destra.

In realtà a dare l’assalto alla polizia e ai Carabinieri è stato lo squadrismo islamo-gauchista, la saldatura tra mondo antagonista dei centri sociali e certi esponenti delle seconde generazioni che odiano l’Italia, spesso in nome dell’islam. È un fenomeno che in Francia è presente da anni, lo ha raccontato Michel Houellebecq evocando scenari da guerra civile tra questo fronte e i cittadini francesi. In Italia siamo ancora in tempo per fermare questa deriva, a patto di acquisirne coscienza. Ed è qui che cade la Schlein: se trova comunque il modo di di addebitare i fatti di Roma e Bologna alla destra che secondo lei che ci farebbe politica, e non dice nulla sulla scena all’Arci di Palermo, avvalora quest’ultima, che pone le premesse simboliche per giustificare tutte le violenze. Se oggi c’è la dittatura, tutto è sdoganato, accettato, perfino che Meloni e Salvini debbano morire a testa in giù.


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *




Radio Libertà

Background