Dementi d’Europa: arrestare Netanyahu ad Auschwitz!
Giovanni Sallusti · 11 Gennaio 2025
Cari ascoltatori, ma davvero si è dibattuto sull’ipotesi di arrestare o meno il presidente dello Stato ebraico Benjamin Netanyahu alle commemorazioni per la liberazione di Auschwitz? Il 27 gennaio, come sapete, è il giorno della memoria, un momento di fondamentale importanza perché ricorda uno degli abissi del Novecento e dell’umanità. Ed è un giorno in cui purtroppo viene anche fatto sfoggio di ipocrisia, in cui vediamo tutti coloro che attaccano, criticano anche violentemente gli ebrei vivi, ritrovarsi a solidarizzare – giustamente – con la tragedia degli ebrei morti.
Dunque, ogni 27 gennaio in Polonia si tengono celebrazioni, e a maggior ragione nel 2025, perché è l’ottantesimo anniversario della liberazione del lager di Auschwitz. Appena è stata ventilata la possibilità che il presidente d’Israele si presenti a queste commemorazioni (cosa che sarebbe normale, inoltre Netanyahu, come molti leader israeliani, ha avuto familiari morti nell’Olocausto), è iniziata a circolare una tesi delirante: essendo egli oggetto di un mandato d’arresto della Corte penale internazionale per il cosiddetto “genocidio” a Gaza, e poiché e la Polonia, come tutti gli Stati Ue, riconosce questa Corte, se Netanyahu calpestasse il suolo polacco andrebbe arrestato.
Sembra una tesi inventata in qualche osteria neonazista, e invece è circolata davvero. Per esempio il portavoce della Commissione per gli affari esteri Ue, tale Anwar Al-Aouni (che ha evidentemente radici familiari anche extracontinentali, ma questo non avrà influito sulle sue parole), ha ricordato che gli Stati dell’Unione aderiscono alla Corte e in generale devono ricordarsi l’obbligo di collaborare. Poi si è rifugiato nei distinguo, perché ha capito che era troppo anche per quest’Europa; resta il fatto che ha sostanzialmente ammonito la Polonia, ricordandole i suoi vincoli con la Corte.
C’è stato anche uno scambio tra il presidente polacco, il conservatore Andrzej Duda, e il capo del governo, il liberal democratico Donald Tusk. Sembra che Duda abbia più volte dovuto sottolineare l’ovvio, cioè che se il presidente d’Israele si presenta alla commemorazione per la liberazione di Auschwitz, lo si accoglie con tutti gli onori, non lo si arresta; e Tusk alla fine ha concordato con lui.
Non è sicuro che Netanyahu verrà di persona, potrebbe mandare un delegato o un ministro del suo governo, ma questo è solo un dato di cronaca. A noi importa l’enormità dell’intenzione: cioè che ci si è veramente interrogati, anche a livello istituzionale, sulla legittimità o meno che Netanyahu presenziasse alla commemorazione della liberazione di Auschwitz. Un dibattito sorto in nome di una folle accusa di genocidio, che la Corte Penale Internazionale ha avanzato assecondando le ragioni di Hamas, cioè gli eredi concettuali di coloro che hanno realizzato la tragedia di Auschwitz: a parte che al tempo il Gran Mufti di Gerusalemme era esplicitamente alleato di Hitler, non è un caso che oggi sia siano viste le squadracce di Hamas fare sovente il saluto nazista.
È incredibile che nasca un dibattito simile mentre si sta commemorando la fine di quel pezzo d’inferno in terra che fu Auschwitz, e fa il paio con la follia di quel mandato di arresto. Ecco in che cosa siamo precipitati.