Trump su Panama fa sul serio. E ricorda che Salvini è un amico
Antonino D'Anna · 10 Gennaio 2025
Per la rubrica Zoom, Antonino D’Anna discute di America e del futuro con George Guido Lombardi, immobiliarista e già consulente di Donald Trump per la comunicazione, nonché suo amico e vicino di casa.
“Fu il presidente sinistroide Carter a consegnare il canale di Panama, che era di proprietà degli Stati Uniti d’America, perché l’abbiamo scavato noi, alla nazione di Panama, che non ha pagato niente ma l’ha gestito relativamente bene, fino a quando non l’ha dato in gestione a una società cinese, con tutte le conseguenze che ne derivano. Trump ha detto: ce lo riprendiamo, lo ricompriamo, vediamo come si può fare. Dal punto di vista istituzionale, anche giuridico-internazionale, è una via praticabile”.
“Il controllo della Groenlandia è una questione di sicurezza nazionale: il territorio degli Stati Uniti, soprattutto dalla parte del nord Atlantico, sarebbe molto più sicuro, e anche l’Europa lo sarebbe, se lì ci fossero delle basi commerciali e militari, soprattutto aeree. Un accordo con la Danimarca è possibile, anche perché quel Paese non ha tutti i mezzi necessari per sostenere questo enorme territorio che ha ereditato. La popolazione della Groenlandia potrebbe anche chiedere l’indipendenza e ottenere dalla Danimarca di andare in proprio. Quindi quelle di Trump sono state battute un po’ eccessive, però non prive di fondamento”.
“Sfido chiunque a mostrare un video in cui Trump abbia pronunciato la parola “guerra” o “azione militare”, è stato frainteso dai solisti sinistroidi: lui ha parlato di importanza militare per quanto riguarda la sicurezza degli Stati Uniti, ma assolutamente non ha mai detto che avrebbe preso le armi contro la Danimarca; anzi, siamo alleati nella Nato”.
Henry Kissinger, con una battuta, disse: se volessi chiamare l’Europa non avrei un numero di telefono. Pare che Trump l’abbia trovato il numero di telefono per l’Europa, è quello di Giorgia Meloni… “In effetti se due capi di governo decidono di saltare le ambasciate e i ministeri degli Esteri lo possono fare. Giorgia Meloni ha il numero di cellulare di Trump e lo ha chiamato, poi ha preso un aereo ed è andata a Mar-a-Lago per chiedergli di fare in modo che la liberazione di Cecilia Sala avvenisse prima del 20 gennaio: dopo sarebbe stato in una posizione difficile, poiché Trump ha annunciato con toni molto chiari che Hamas, se non avrà liberato gli ostaggi prima del suo insediamento, subirà dure conseguenze”.
“Direi che tutti quelli che sono stati vicino al presidente sanno bene che Salvini è sempre stato pro-Trump, anche quando non era politicamente corretto. I veri amici si vedono nei momenti di difficoltà e Salvini è stato a fianco di Trump fin dall’inizio, quindi non si tratta solo un parallelismom di politiche populiste o nazionali, America first e Italia first. Queste cose si sanno e chi deve ricordare, Marco Rubio per esempio, se le ricorderà”.