Sala condanna i carabinieri. Ma non il capodanno islamico!

· 10 Gennaio 2025


Cari ascoltatori, un esempio pieno dell’ipocrisia mainstream, della doppia verità e dell’approccio ideologico, è Beppe Sala, di professione (molto teorica) sindaco di Milano. Sala ha prodotto un’accoppiata di esternazioni che dimostra quanto la capitale economica d’Italia sia amministrata da un primo cittadino preda delle sue ossessioni ideologiche.

A vari giorni di distanza dall’inaccettabile capodanno in piazza Duomo, sequestrata da squadracce di nordafricani al grido di “Allah akbar” e “Italia merda”, e dopo la denuncia di una turista belga che ha raccontato di aver subito molestie da parte di questi personaggi, Sala – che di solito è molto più loquace – è finalmente uscito dalla tana e ha detto: “Sono stato tirato un po’ per la giacca, il sindaco non dice niente, ma ci sono tanti modi per fare politica. C’è chi se la cava con una bella dichiarazione, per me è il momento di lavorare più che dichiarare, specie quando non si sa nulla”. Certo, a parlare è uno di solito molto discreto, uno che ha passato mesi a parlare solo dell’intitolazione dell’aeroporto in Malpensa a Silvio Berlusconi.

Non è vero che non si sa nulla, le immagini con gli insulti e le grida ci sono, il racconto della turista c’è. Solo Beppe Sala non ne sa nulla, e tiene un contegno improvvisamente molto modesto: “Io non dico che non sia successo niente, metto le mani stra avanti, ma non abbiamo immagini delle telecamere o una denuncia formale. È il caso che prima di parlare e dare giudizi ci siano elementi oggettivi. Mi dispiace che ogni occasione sia usata per fare polemiche”.

Anche lasciando tra parentesi il racconto della turista, che la Procura di Milano giudica attendibile, Sala ha rimosso anche quel che è certo, le squadracce in azione. Perfino Pierfrancesco Majorino, uno di sinistra-sinistra, è stato intellettualmente più onesto di Beppe Sala, ammettendo che “ancora una volta nella notte di Capodanno sono avvenute cose di una gravità inaudita. La città non può tollerare in alcun modo il fatto che ragazze e donne siano oggetto di molestie. Mi auguro che si individuino i responsabili”. Conclusione: Beppe Sala prende lezioni di concretezza e di onestà intellettuale da Pierfrancesco Majorino. Ricordiamo al sindaco che la Procura sta anche valutando l’ipotesi che i fatti raccontati dalla ragazza belga siano siano un caso di “taharrush gamea”, parola araba che indica le molestie collettive di massa contro le donne, in particolare per punirle di essersi presentate in pubblico.

Ma attenzione: se Beppe Sala ritiene comunque che non ci siano ancora elementi per commentare tutto questo, al contrario pensa di avere tantissime certezze sul caso della morte del 19 enne Ramy dopo un inseguimento da parte dei Carabinieri: “Ringrazio ancora il papà per l’atteggiamento impeccabile. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, certamente le immagini danno un segnale molto brutto”.

Dunque per Sala mentre in Piazza Duomo non s’è visto alcun brutto segnale, in questo caso sì: per cui si sente di sbilanciarsi, ovviamente a sfavore delle forze dell’ordine, peraltro di fronte a un filmato che non documenta in modo univoco uno speronamento (comunque sarebbe la prassi quando si insegue qualcuno che ha violato un posto di blocco): allora, non ci resta che constatare che Beppe Sala rappresenta la quintessenza dell’ipocrisia contemporanea. Per fortuna questa tendenza comincia a declinare; e anche Milano prima se ne libera meglio sarà per i milanesi.


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