Che pena gli intelligentoni che linciano i carabinieri

· 9 Gennaio 2025


Cari ascoltatori, al linciaggio mediatico che da ieri va in scena contro i carabinieri, diciamo no. Ci riferiamo ovviamente alla tragedia di Ramy: il ragazzo era in sella a uno scooter guidato da un altro ragazzo, i due hanno forzato un posto di blocco, causando un lungo inseguimento che si è concluso con la caduta dei due giovani e la morte di Ramy.

Il fatto è che, sull’onda del video dell’inseguimento che è stato diffuso, si è scatenato un bombardamento ai danni dei Carabinieri barbaro e ad altissimo tasso di ipocrisia: la solita bolla degli intellò indignati che dal loro appartamento nella Ztl conciona contro le forze dell’ordine, come come aveva capito prima di tutti Pier Paolo Pasolini.

Dobbiamo riepilogare con logica. Intanto questi ragazzi, soprattutto il guidatore – che non era Ramy – hanno scelto di forzare un posto di blocco, cioè di commettere un reato. Poi sono scappati all’impazzata andando contromano, mettendo a rischio, oltre che se stessi, tutti quelli che incrociavano. I carabinieri hanno fatto il loro dovere – per cui sono poco pagati – cioè li hanno inseguiti. Ora, va capito che un inseguimento è un momento concitato, non è un dibattito intellettuale nella redazione di Repubblica, e che si usi un linguaggio non stilnovistico, se vogliamo anche deprecabile, non può sembrare strano. Inoltre, dopo la caduta dei due giovani, uno dei carabinieri ha cercato di praticare a Ramy un massaggio cardiaco, e questo dimostra che in sé non c’era intenzione di nuocere, ma quel che è successo è stata la conseguenza ultima dei reati che i due ragazzi avevano commesso.

Le anime belle si sono invece scandalizzate perché nel video si sentono frasi poco edificanti (vaffa, chiudilo che cade, è caduto, bene). Ma lo speronamento è la prassi che le forze dell’ordine attuano in caso di fuga di un soggetto, perché non ci sono molti altri modi per fermarlo. E capirete che non ci si poteva aspettare di sentire “scusi, signor conducente che non sta rispettando le norme del codice, potrebbe gentilmente accostare alla prima curva disponibile senza che accada niente per lei, per noi, per i passanti?”. Quella era un’azione concreta, nelle strade concrete, che avveniva in diretta, con tensione e adrenalina.

Per questo il linciaggio mediatico cui stiamo assistendo è osceno, così come trasformare l’accusa di omicidio colposo in omicidio volontario sarebbe in pratica trasferire il medesimo linciaggio nell’ambito giuridico. Ci rifiutiamo di credere che posa avvenire.


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