Da “Non una di meno” a nessuna: femministe mute su Cecilia
Giovanni Sallusti · 30 Dicembre 2024
Cari ascoltatori, magari anche loro hanno i riflessi rallentati per le feste di Natale, però stamattina è ora di chiederselo: ma dove diavolo sono le femministe italiane, sul caso Cecilia Sala? È ormai emerso che la giornalista di Chora Media e del Foglio si trova incarcerata nella prigione di Evin (dove vengono segregati i dissidenti giudicati pericolosi) in quanto merce di scambio con una persona che interessa a Teheran, un ingegnere svizzero iraniano fermato a Malpensa su input della polizia americana: un signore che fabbrica e smista droni per i pasdaran e per gli addentellati della piovra islamista guidata da loro in Medio oriente. O, meglio, quel che ne rimane, perché per fortuna Israele sta smantellando uno a uno i suoi tentacoli.
Quel regime teocratico si comporta con una libera donna italiana come una banda di predoni e non come uno Stato di diritto, cosa che pare sorprendere buona parte dell’intellighenzia italiana, tant’è che dalle parti del femminismo nostrano finora non s’è alzato un sopracciglio. Dove sono le signore di Non una di meno? Dov’è tutto il caravanserraglio così sollecito contro il patriarcato italiano e occidentale a ogni notizia di cronaca, dove sono i cortei oceanici, dov’è tutto il loro frenetico attivismo oggi che una giovane, libera donna italiana è in un carcere di un regime totalitario e usata come merce?
E hanno presente, le signore, che idea delle donne e del diritto delle donne pratica, questo regime? Che le considera e le tratta come esseri di serie B, come prescrive la sharia? Eppure lo sappiamo tutti che le donne iraniane se non mettono il velo sono perseguitate quotidianamente dalla polizia morale (hanno la polizia morale!), vengono arrestate, percosse, a volte uccise.
Cecilia Sala è nelle grinfie di questi qua, ma le femministe nostrane non ne sembrano turbate. Noi capiamo che la digestione del Natale rallenti i riflessi, ma se avete ancora un minimo di decoro intellettuale e aspirate a una vaga credibilità, dite qualcosa su Cecilia Sala, oppure piantatela di rompere le palle sul patriarcato, che alle nostre latitudini non c’è.