Open arms = capitalismo razziale? Ci arrendiamo
Giovanni Sallusti · 20 Dicembre 2024
Cari ascoltatori, mentre aspettiamo l’arrivo della sentenza Open arms si è fatto notare un frammento che proviene tragicomicamente da una europarlamentare che ci rappresenta: la solita Ilaria Salis che esterna su tutto, figurarsi se non lo fa sul processo a Salvini.
Ilaria ha scritto, su X: “Non mi interessa commentare la sentenza in sé perché preferisco guardare la luna e non il dito. Oltre la cronaca e gli individui ci sono la storia e le strutture sociali”, ed ecco qui il dogma del marxismo per cui esiste la struttura socio-economica e il resto è una variabile secondaria, individui in carne e ossa compresi: ergo, il punto non è se un ministro prende sei anni come neanche uno stupratore.
Salis continua: “La luna è tutta la crudele sofferenza inflitta a una moltitudine di esseri umani in nome della difesa dei confini dai clandestini”. Quindi chi infligge le sofferenze ai migranti che sono sui barconi non sono i dittatori dei Paesi da cui fuggono, le classi dirigenti africane che usano i lauti fondi di sostegno mandati dall’occidente per foraggiare i loro clan e non per le popolazioni; bensì chi sostiene che fra i doveri di uno Stato-nazione ci sia la gestione dei confini, che non sono una una porta spalancata a prescindere: è questa la luna oscura che tutti dobbiamo guardare.
“La migrazione, oggi, è la principale questione razziale della nostra epoca e il terreno di scontro privilegiato su cui le destre costruiscono la loro egemonia”. Beh, intanto una come un’arma l’idea di questione razziale proprio chi – giustamente – ci dice ogni giorno che è sbagliato sostenere il concetto di razza. E poi l’insistenza sull’egemonia di quest’armata delle tenebre al plurale, le destre: non è ipotizzabile che gli elettori, più direttamente, abbiano premiato chi ha dimostrato di essere calato nel mondo reale e pensa che l’immigrazione incontrollata non vada subìta?
La vera chicca, però, è in fondo: “Occorre portare avanti un profondo lavoro culturale e politico per affermare – senza ambiguità – che il problema non sono le persone migranti, ma il capitalismo razziale”. La sintesi favolosa, dunque, è che dietro il caso Open Arms c’è il capitalismo razziale, ammesso di capire che cosa sia, visto che i sistemi totalitari, quelli sì costruiti sul mito della razza, non erano sistemi capitalisti, non erano democrazie liberali, non erano libere società di mercato.
Al di là della tentazione di chiamare gli infermieri, questo bel post di Ilaria Salis è la spia della griglia culturale di certa sinistra che non vede la realtà ma altre cose, tipo il capitalismo razziale. Capite che diventa dura anche interloquire: se parlate da Urano, dalla Terra si fa fatica a rispondervi.